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Turismo a Città della Pieve: rilancio o…lancio?

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di Lorenzo Berna

Quando parliamo di turismo non dobbiamo pensare che basti l’amore che nutriamo per Città della Pieve a trasformare i nostri desideri in obiettivi e risultati.

La crescita del turismo e della rilevanza dell’economia turistica a favore della più ampia parte della popolazione Pievese, infatti, non è un obiettivo che si realizza con le declamazioni romantiche ma solo attraverso una precisa strategia di marketing.

La questione, dunque, della gestione dell’Ufficio di Informazioni turistiche è solo un aspetto (l’ultimo) del problema e non è il più importante, almeno in ordine logico.

E’ ovvio, infatti, che è fondamentale interagire al meglio con i turisti che arrivano in città (e questo vale per ogni soggetto operante nel settore, sia esso pubblico che privato) ma il problema vero è un altro: come portare i turisti a Città della Pieve.

Già, come si fa?

E’ esattamente qui il nodo centrale intorno al quale da anni ci si arrovella sia da parte dell’Amministrazione Comunale che da parte degli operatori privati del turismo e dei servizi accessori ad esso.

Di certo non si fa come sinora è stato fatto.

Sto terminando la realizzazione di una tabella di dati che evidenzi la spesa per la promozione turistica e culturale dal 2008 ad oggi ed i risultati ottenuti e, dalle prime osservazioni che si possono trarre, c’è di che meravigliarsi. Ma di questo ne parleremo al prossimo appuntamento.

Ciò che mi preme mettere in chiaro adesso e con grande evidenza è questo: il turista-visitatore-viaggiatore è un consumatore di un bene immateriale che si chiama vacanza-viaggio e, come ogni cliente-consumatore compra solo quando ha deciso lui di comprare.

Si tratta, dunque, di essere presente alla sua mente esattamente quando egli ha deciso di comprare quello che desidera (altrimenti si rivolgerà ad un altro fornitore).

Semplice no?

La cosa prioritaria ed indispensabile da farsi per ottenere questo risultato è, quindi, solo una: comunicare!

Ovviamente si tratta di comunicare nel modo giusto, sia in termini di target, di media che di messaggio.

Ma senza una comunicazione inserita in un programma di marketing ben orchestrato non si va da nessuna parte: sia che si venda la pizza al taglio che si venda un servizio immateriale come una vacanza-viaggio.

Questo è il succo della faccenda e sul quale è ancora tutto da fare.

E su cosa deve incentrarsi questo piano di marketing? Semplice, sul valore dato dal vantaggio di venire a Città della Pieve piuttosto che andare da un’altra parte.

Comprendendo questo si potrà comprendere, sia dal lato pubblico che da quello privato, l’importanza di creare il massimo di valore anche su ogni singolo elemento che compone il concetto astratto che chiamiamo Città della Pieve.

E pure su questo c’è molto da fare.

Per questo suggerisco ai privati di fare i privati e di non attendere che l’Amministrazione Comunale faccia ciò che solo ai privati compete: chiedo, invece, all’Amministrazione Comunale di creare le condizioni di maggior favore affinchè tutto ciò che i privati possono fare venga effettivamente fatto.

Per questa strada, lunga ma nel tempo piena di soddisfazioni, l’economia del turismo diventerà una fetta importante (magari anche prevalente) dell’economia di Città della Pieve.

Il resto sono solo chiacchiere.

Lorenzo Berna