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TUM. PD. Leonelli risponde a Rossi” Ci interessa l’Alta Velocità”. ma non dice dove.

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Continuiamo a tenere sotto attenzione il tema della riduzione e dell’accorpamento delle Regioni e di una loro riforma dopo il fallimento del primo regionalismo che si può datare 1970- 2015. Dopo l’inizio del superamento del bicameralismo perfetto e delle migliaia di parlamentari, dopo l’inizio dell’abolizione delle Province, sembra arrivato il momento di mettere le mani su una delle cause della crisi di credibilità della politica e della democrazia, cioè il funzionamento burocratico, costoso e improduttivo delle Regioni. Su questi temi, naturalmente parlando un gergo che sa di politichese hanno cominciato a discuterne anche uomini che hanno responsabilità politiche. Qualche giorno fa abbiamo pubblicato una lettera del Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ( Pd), che proponeva una nuova regione composta da Toscana Umbria e Marche ( vedi il nostro TUM). A Rossi risponde ora, sul Giornale dell’Umbria,  il Segretario umbro del PD Leonelli. Dell’intervista, in gran parte scontata, riproduciamo, una parte che ci interessa da vicino. Il riferimento alla Alta Velocità. Rossi aveva parlato della “Strada dei due mari” come di una priorità. Leonelli risponde che è una priorità anche l’Alta velocità ed il collegamento di Perugia con essa. E’ una buona affermazione. Ma resta monca. E prima o poi si dovrà mettere una protesi ai tanti moncherini che circolano. Perugia collegata con l’Alta Velocità? Bene. Ma dove? A Chiusi o ad Arezzo? A Chiusi come sembra pensare il sottosegretario Bocci o ad Arezzo come sembrano pensare altri personaggi toscani e umbri? (g.f)

Dal GIORNALE DELL’UMBRIA

Macroregione, Leonelli Pd ” Ci interessa l’Alta Velocità ”. Ma non dice dove.

II governatore della Toscana, Enrico Rossi, ha rilanciato, attraverso una lettera inviata al Corriere fiorentino, l’idea di un'”Italia di Mezzo”: una macroregione formata da Toscana, Umbria e Marche. Partire dal basso, dai servizi e dalle funzioni da condividere e su cui collaborare: la riforma del Senato aiuterebbe a gestire servizi insieme con la collaborazione fra regioni.

Qui Toscana. Un’analisi, quella di Rossi, che parte del passato, dal Novecento, quando le tre regioni «hanno dato vita ad un capitalismo dal volto umano». Una macroregione che potrebbe contare di più. «Autostrade, ferrovie, servizi bancari, investimenti pubblici corrono sempre più il rischio di essere condizionati nelle scelte da regioni più grandi o delle grandi concentrazioni presenti nel corridoio Nord-Sud dell’Italia». «Solo un regionalismo “differenziato” può mettere al sicuro il Paese dal rischio di una rottura del suo fragile equilibrio». Poi la proposta: «Dopo il referendum confermativo della legge di riforma costituzionale si potrebbe avviare un percorso di politiche comuni e fusioni dei servizi che esercitano su base regionale. L’economia competitiva globale non ammette alcun tipo di rendita. Per tornare alla tutela del paesaggio, dopo anni in cui sia mo passati da alluvione in alluvione, la forestazione, la manutenzione del territorio diventano problemi centrali di un impegno comune. A esso un contributo essenziale può darlo la nostra agricoltura non estensiva e di qualità. Come asse di sviluppo e di occupazione. Come attività di regolazione idrogeologica del territorio dell’Italia di Mezzo. Con altrettanta passione e determinazione dovremo riprendere la lotta per la costruzione dell’infrastnittura fondamentale: il corridoio balcanico. Connettendo Livorno con Ancona. Realizzando l’eterna incompiuta Grosseto-Fano per intrecciare i flussi del grande corridoio Lisbona-Kiev e quindi per tornare a esprimere vocazione mediterranea e transfrontaliera. Un ruolo fondamentale spetta alle forze sociali. Anche il sistema bancario è chiamato in causa. Su questo crinale potremmo aspettarci sorprese positive. Oltre lo spazio chiuso del localismo e delle chiusure corporative ci attende il mondo infinito delle connessioni globali. La crisi dei corpi intermedi non è la fine della mediazione e della regolazione degli interessi in gioco. Dobbiamo ricostruire il perimetro del bene comune»,

Qui Umbria. «Ci interessa poco il dibattito se rimane solo teorico, a noi interessa il ragionamento serio: di certo non siamo disposti a far parte di una macroregione se fossimo considerati una semplice appendice di Toscana e Marche. Seconda cosa bisogna vedere se tutto questo sarebbe positivo per il nostro territorio». E’ il commento del segretario regionale del Pd, Giacomo Leonelli. Insomma, il Pd va un po’ cauto su questo discorso. «Il punto è vedere come si migliora, oppure no, la vita dei cittadini con questa riforma. Dobbiamo avere delle garanzie e capire se ci saranno vantaggi reali per il nostro territorio sul versante dell’efficienza del servizi e di competitività. Siamo consapevoli dei nostri limiti ma altrettanto dei nostri punti di forza: siamo consapevoli della qualità dei servizi, del rigore della spesa pubblica». E poi c’è da capire quanto questa possibilità possa essere concreta oppure no. «Noi ci sediamo al tavolo – dice – se ci potrà essere un progetto ambizioso , se capiamo ci possa essere una ricaduta reale e positiva». Poi Leonelli lancia una provocazione. «Ragioniamo subito sulla concretezza, sulle cose che si possano fare lasciando da parte la teoria. Il primo tema da affrontare per noi sono le infrastnitture. Non solo la Fano Grosseto. A noi interessa l’Alta velocità che colleghi anche l’Umbria. È una priorità anche per gli altri? L’Umbria ha molte potenzialità e mo

lti punti di forza. Un solo esempio, la sanità da noi rappresenta l’ 80 per cento del bilancio regionale; siamo una regione che investe molto e continua a dare servizi di eccellenza.