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Trasimeno. Ospedale unico. Le parole di Enzo Ronca ed il confronto dal passato al presente.

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Ieri abbiamo pubblicato, sull'”Ora del Trasimeno”, inviata direttamente dall’interessato, la risposta di Sergio Batino, ex sindaco  di Castiglione del Lago, a Enzo Ronca ex consigliere regionale, entrambi del Pd.  Le parole ed i giudizi di Ronca erano contenuti in una intervista alla Nazione, di qualche giorno prima, che non avevamo visto, né citato, in alcuni articoli che abbiamo dedicato al tema.

Ci sembra giusto quindi riportare sulle nostre colonne anche i concetti principali espressi dall’ex consigliere regionale e garantirgli la nostra disponibilità per eventuali risposte o rettifiche.

In sintesi, si può dire, come dice il titolo dell’articolo, secondo Ronca “I sindaci hanno svenduto la sanità della zona per piccoli interessi locali. Furono i sindaci a svendere la sanità del Trasimeno, quando rinunciarono al progetto dell’ospedale unico.”.

Va ricordato che quando il piano di realizzazione dell’ospedale fu redatto Ronca presiedeva, in consiglio regionale, la Commissione Sanità ed insieme ad Edoardo Gobbini era tra i massimi dirigenti del Pd locale.

Perché quel progetto fu svenduto? ”Posso immaginare – dice Ronca – In cambio dell’ospedale unico la nuova direzione promise il potenziamento delle strutture territoriali, con il potenziamento dei servizi nei vari comuni. Un bottino ricco per i sindaci di allora e la politica a corto raggio.”

Per nostra fortuna,  in questi giorni il tema dell’ospedale unico è tornato con prepotenza all’attenzione locale e regionale, grazie all’iniziativa, al di sopra dei colori, di alcuni amministratori locali, associazioni politiche, consiglieri regionali e parlamentari, che hanno ripreso una domanda di uguaglianza di diritti sanitari, dei nostri cittadini, da sempre presente e resa drammatica dalla pandemia e dai lunghi  spostamenti da un capo all’altro della regione per avere prestazioni e servizi. E’ una iniziativa che però deve affermarsi in Consiglio regionale e all’interno del prossimo piano sanitario regionale. percorso che dovrà fare i conti con altri interessi territoriali e con l’evoluzione dell’organizzazione delle reti ospedaliere post pandemia e con tappe intermedie.

Quindi cogliendo l’occasione dell’inizio di qualche riflessione autocritica, ancora incompleta, lasciamo  il passato alla ricerca storica.  Un passato, del resto, in parte già giudicato, anche a livello elettorale, da noi ed in Umbria.  Oggi è questa iniziativa unitaria che va sostenuta ed appoggiata da tutti coloro che hanno a cuore gli interessi della nostra zona. Riequilibrando qualità e quantità dei posti letto e dei servizi. Tenendo presente l’evoluzione della situazione che anche la pandemia ha accelerato. E tenendo presente una disponibilità di risorse, se si riuscirà ad averli ed a  spenderli bene, perché si tratta di debito, anche se buono in questo caso, che per alcune generazioni non ricomparirà sulla scena. (g.f)