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Sentenza TAR e Pronto Soccorso Città della Pieve. Ma la Regione quando risponde? Il 5 Marzo?

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Certo non è una risposta facile. La Sentenza del Tar che ha dato ragione al Comune di Montegabbione e al Comitato per la Difesa della Salute, e che impone alla Regione Umbria, in base al decreto sui parametri della programmazione sanitaria in generale e nelle zone svantaggiate d’Italia, di realizzare a Città della Pieve un servizio di pronto soccorso completo e accompagnato dalla presenza di 20 posti letto, più altri servizi di supporto, spariglia non solo le carte della politica sanitaria nel Trasimeno e nell’Orvietano, ma anche in diverse parti dell’Umbria. Infatti  questa rettifica imposta da un criterio della programmazione nazionale che ha voluto tutelare alcune realtà territoriali che in Italia sono molto diffuse, mette seriamente in discussione la presenza ed il ruolo di una serie di  ospedali e di servizi di emergenza, che escluso il Trasimeno, sono stati disseminati per il territorio regionale, più che per una logica di appropriatezza degli interventi, soprattutto per un alogica politico clientelare.

Ma dal 7 febbraio, data di pubblicazione della sentenza n 98/2018, del Tribunale Amministrativo Regionale, sono ormai passati diversi giorni, e ci sono state le prese di posizione ovviamente dei promotori del ricorso, ma anche del Comune di Città della Pieve e del Pd di Città della Pieve, oltre che di un forza politica a livello regionale che fa parte della maggioranza, cioè Liberi e Uguali, insieme al consigliere regionale Attilio Solinas. Stonano forse i silenzi degli organismi politici e istituzionali a livello comprensoriale.

Ma visto che siamo in campagna elettorale, sarebbe interessante chiedere ai diversi candidati che girano per il nostro territorio, che ne pensano di questa vicenda, delle politiche sanitarie umbre in generale e di quelle realizzate nel Trasimeno. Per esempio, uno fra i tanti, il segretario regionale del Pd Leonelli, candidato nel maggioritario e che ha da poco inaugurato il Frecciarossa da Perugia ad Arezzo.

Ma la risposta più attesa ed interessante è quella della Regione. La risposta non tanto della USL e dei suoi dirigenti, che ormai, a cominciare dagli inizi dagli anni duemila, sono soltanto bracci operativi della Regione, ma dai vertici regionali del settore, cioè Catiuscia Marini, presidente della Giunta, Walter Orlandi, direttore del dipartimento e Luca Barberini, assessore alla sanità. A cominciare dal primo quesito. Intendono presentare ricorso al Consiglio di Stato o no? Per poi dire, nell’eventualità, come e quando intendono applicare la sentenza.

Una cosa è certa. La risposta sarebbe interessante darla alle istituzioni locali, alle forze politiche e sociali ed agli elettori, di queste zone, prima del 4 marzo. Perché? Per una questione di serietà e di assunzione di responsabilità

Gianni Fanfano