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Rifiuti. Vertice in Regione

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Rassegna stampa. Dal Messaggero Umbria

Perugia. II vertice in Regione sui rifiuti fa uscire con l’animo un po’ più sollevato i sindaci di frontiera. Non che non ci sia preoccupazione, ma ieri il faccia a faccia in casa della presidente Catiuscia Marini è servito per tracciare una road map che possa portare fuori dalle proroghe fotocopia la discarica di Borgogiglione e che permetta di iniziare a pensare all’ammodernamento dell’impianto di compostaggio di Pietramelina. Prima però Borgogiglione, dove la modalità bioreattore per il trattamento dei rifiuti andrà a scadenza il 31 ottobre.

La discarica di Borgogiglione Si inizia lunedì 19 settembre con gli uffici regionali che dovranno verificare se il progetto per il refitting dell’impianto debba essere sottoposto alla procedura di valutazione di impatto ambientale oppure no. Insomma, inizieranno a parlare le carte e da 1º inizierà il conto alla rovescia per arrivare con il fiato corto il 31 ottobre. Sembra scongiurato, da quello che filtra, lo scenario peggiore: cioè una parte dei rifiuti del Perugino che devono essere esportati verso altro impianti in Regione. Con la Marini hanno fatto il punto il presidente dell’Auri Cristian Betti, sindaco di Corciano, il sindaco di Perugia Andrea Romizi e il suo vice Urbano Barelli, il sindaco di Magione Giacomo Chiodini e alcuni tecnici. Analisi, calendario alla mano e situazioni affrontate dopo che nei giorni scorsi i documento dell’Ati 2 sull’impiantistica, ha messo tutti in allarme.

Un documento che, di fatto, ha spiegato come la situazione era di fatto ferma a dicembre, quando fu sbandierato il primo allarme emergenza. Il progetto per il refitting di Borgogiglione è stato presentato a fine maggio, poco dopo l’insedia mento del nuovo consiglio di amministrazione della Tsa. La partita calda, par di capire non è solo politica, ma molto tecnica e ai tecnici è stato chiesto un chiarimento per evitare intoppi. In mezzo a tutto questo la lenta partenza dell’Auri, i singoli Comuni che devono fare i conti con le bollette e con i costi che finiscono a bilancio e una partita che, al di là delle parole e delle indicazioni quasi diktat della Regione sulla quota di differenziata, che fatica a svilupparsi in maniera omogenea sul territorio regionale, lasciando nelle mani dei Comuni le situazioni più spinose. Esattamente come succede per la partita degli impianti dell’Ati 2 affrontato con l’assemblea dell’altro giorno dove Gest ha illustrato lo stato dell’arte. Uno stato che ha portato a lanciare l’allarme che ha innescato il vertice di ieri pomeriggio a palazzo Donini.