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“Ricostruzione. Ripartire dai piccoli centri”. Ne parlano l’architetto Boeri e il sottosegretario Orrico

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Abbiamo dato un nostro contributo come giornali d’area (Corriere Pievese e Ora del Trasimeno) qualche giorno fa ad un approccio alla ricostruzione ed alla guerra permanente contro il virus, riproponendo il tema di una nuova centralità e di un nuovo ruolo dei paesi e dei piccoli centri, soprattutto di questa nostra “Italia Mediana”.

Nel frattempo il tema, come era prevedibile, è entrato nell’orbita di attenzione di molti e ne hanno parlato anche alcuni articoli su giornali nazionali. Queste due che riportiamo sono due interviste comparse su Repubblica, all’architetto Stefano Boeri ed alla sottosegretaria Laura Orrico. Ci sono stati anche interventi dell’architetto Fuksas e di due associazioni Uncem e Borghi più Belli d’Italia. Quest’ultimo pubblicato anche sulle nostre pagine. Noi naturalmente continueremo a seguire ed a contribuire ad un auspicabile confronto, ma soprattutto ad una altrettanto auspicabile concretizzazione di qualche risultato. A cominciare dalla notevole mole di finanziamenti che si attiveranno e che potrebbero anche essere sprecati, come è avvenuto in un passato più o meno recente ovunque. (g.f)

Intervista all’architetto Stefano Boeri

 

Il rilancio dei piccoli borghi, la sottosegretaria Orrico: “Sfruttiamo l’emergenza per accelerare la rinascita”

Prosegue il dibattito avviato su Repubblica dagli architetti Boeri e Fuksas. DaI Mibact risposte alle richieste dei Comuni: “Sono una risorsa italiana, iniziative per la digitalizzazione e per migliorare i collegamenti”

di CRISTINA NADOTTI

“Dove preferiresti lavorare? Nel grigio di un ufficio o nel blu sul mare? Oggi, lo smartworking ci consente di svolgere quasi tutti i lavori comodamente da casa. Sì, anche io penso che il futuro dell’Italia sono i borghi. Sono d’accordo con la riflessione lanciata da Stefano Boeri e Massimiliano Fuksas su La Repubblica e proseguita con il contributo di Uncem e I Borghi Più Belli D’Italia”. Così ha scritto su Facebook Anna Laura Orrico, sottosegretaria del Mibact con delega ai rapporti con Regioni ed Enti locali, che risponde ad alcune delle richieste fatte dalle associazioni dei borghi italiani.

Onorevole Orrico, per diventare alternativa durevole alle città i borghi chiedono un piano nazionale, incentivi fiscali, superamento del digital divide e migliori trasporti.
“Sono richieste recepibili – dice Orrico – sulle quali costruire un piano di rilancio per promuovere un sistema decentralizzato, fondamentale per uno stile di vita più sostenibile. Soprattutto sulla digitalizzazione è già stato avviato il piano per portare la banda ultralarga a 6500 piccoli comuni, i lavori sono già avanzati in 2500 di questi e saranno conclusi ovunque entro il 2023. Lo Stato si sta facendo carico di coprire le cosiddette “aree bianche” quelle che le aziende private non coprono perché non sono redditizie. C’è poi il piano “Piazza wifi d’Italia”, grazie al quale i Comuni possono fare richiesta per l’istallazione di hot spot gratuiti”.

E i trasporti?
“Un tema spinoso, certo, però l’ultimo piano di Ferrovie dello Stato e Trenitalia prevede investimenti. Tuttavia l’organizzazione prevede anche l’intervento delle Regioni, le concertazioni sono aperte”.

Il ministro Franceschini ha speso insistito sulla necessità di delocalizzare i flussi turistici nei piccoli borghi. Ritiene che il piano avrà ulteriore impulso?
“Delocalizzare il turismo è indispensabile per renderlo sostenibile, per cui questo resta per noi un tema centrale. I piccoli borghi offrono una dimensione più umana ed esperienze che portano i visitatori anche a prendersi cura del territorio. Chi viaggia in quei luoghi è in genere più responsabile, perciò il ritorno non è soltanto economico”.

Avete progetti specifici per porre i borghi sotto i riflettori?
“Un mio vecchio pallino era un festival dei borghi, un percorso di incontri per informare, sensibilizzare e formare i cittadini sulle strategie, gli strumenti e le azioni da intraprendere per recuperare il valore storico, sociale, economico e culturale dei centri storici e dei borghi della nostra bella Italia. Al ministero la mia proposta è stata acolta con entusiasmo, adesso potrà avere nuovo impulso”.

Il dibattito sul ruolo dei borghi è stato avviato sulla scia dell’emergenza. Quali opportunità vede in questo momento di crisi?
“Paesini che sembravano dimenticati riacquistano una nuova centralità: la loro amenità è il valore aggiunto di qualsiasi professione faccia del benessere del lavoratore e della sua creatività la sua ragione d’essere. È una verità che l’emergenza coronavirus ci sta facendo comprendere, dimostrando che il classico lavoro d’ufficio è un passato che la tecnologia ci permette di superare. Il fatto che non avremo turismo dall’estero porterà a guardare con più attenzioni molti progetti locali: ci sono idee di giovani che credono nelle piccole realtà, start up innovative: è il momento di investire in queste idee”.