Faccio una riflessione in questa fine agosto, una sorta di ragionamento generale nel quale anche Chianciano si colloca. Certamente tutto quello che appartiene al passato e alla giovinezza sopratutto, viene percepito come migliore anche se non sempre è così. I momenti storici che abbiamo vissuto diventano patrimonio della nostra vita e noi li amiamo e li ricordiamo perché hanno dato luogo e materia al nostro esistere. Quindi analizzando il passato bisogna, per onestà intellettuale, fare la tara e sottrarre quella maledetta, sacrosanta nostalgia che spesso nutre piacevolmente il cuore ma falsifica la realtà storica.
Fatta questa premessa azzardo una riflessione sulla società attuale. Ebbene oggi la gente ha smarrito il senso di “tempo lento” da contrapporre al ritmo frenetico del lavoro e della produzione. Questo dato si evince anche dal vocabolario relativo alle vacanze, in auge ai nostri giorni. Esempio, che fine ha fatto il termine “villeggiatura”? Sparito. Ma tale parola se pronunciata ancora oggi dà il senso di un periodo lungo dedicato al riposo, dedicato a ritemprare il fisico, dedicato perfino alla riflessione, all’andare nel profondo di noi stessi e del mondo che ci circonda. Non a caso oltre al tempo “lento” nei nostri giorni si è smarrito anche il senso di profondità, oggi tutto va di fretta e vige la superficialità. Fatta eccezione per poca roba…la musica di successo viaggia su motivetti banali e testi che si spingono perfino nella stupidità, il commercio e perfino la politica si affidano ad influencer (neologismo ben interpretato da Sgarbi: L’influencer è un pirla che spiega ad un altro pirla ricco quali scarpe da pirla comprare).
Oggi quella che un tempo fu la villeggiatura si è trasformata in: “Vacanze mordi e fuggi.” Cioè frenesia frivola di voler scappare di casa, tutto di fretta e nella più totale superficialità. E anche questa condizione si trova espressa nelle parole, nelle frasi: Un weekend da qualche parte, un salto da un’altra parte, una scappata lì, una sosta di là ecc.
Oggi, anche per colpa della pandemia, Chianciano vive un momento drammatico, alberghi chiusi, bar nel centro (piazza Italia) inesistenti…Sopravvive qualche ristorante e qualche bar periferico. E questa situazione, forse prima di scelte politico-imprenditoriali non sempre giuste e lungimiranti, è il risultato di un cambiamento sociale sotto gli occhi di tutti. Con questa riflessione, lungi dal proporre soluzioni, sottolineo semplicemente il passo che la società ha innescato per quanto riguarda il tempo libero, lo svago, le vacanze. Prima il “passo lento” della vita suggeriva anche un “riposo” adeguato, prevedeva un tempo che senza scivolare via generasse, trascorrendo, anche profondità di comprensione e intenti. E la vacanza, anzi, la villeggiatura era al passo di questa concezione della vita.
Anni fa i turisti che venivano a Chianciano ci restavano 15 – 20 giorni, ma alcuni anche un mese e più. Oggi quella tipologia di vacanzieri non esiste più e sopravvivono quegli alberghi che si sono adeguati ad offrire anche una soluzione di vacanza rapida: wellnes, spa, ecc.
Paradossalmente la frenesia della produzione, del lavoro, della tecnica, del guadagno ad ogni costo…hanno impoverito Chianciano e le altre località di villeggiatura togliendo loro: produzione, lavoro, tecnica e guadagno.
Nunzio Dell’Annunziata