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Pievese, il settore giovanile è davvero un costo?

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Oggi è martedì, ma niente pagelle. Questa domenica non ho potuto assistere alla grande vittoria della squadra e, purtroppo, non posso pubblicare le ormai consolidate pagelle.
Perdonatemi allora qualche piccola riflessione personale sull’attività cardine della Pievese, quella del settore giovanile: soprattutto perché sempre di più si sta parlando di un settore giovanile il cui bilancio economico chiude tutti gli anni in rosso.
Questo è diventato veramente un costo insostenibile per una piccola società come la Pievese?

Materiale, rimborsi per gli allenatori, due pulmini che girano senza sosta ogni giorno, iscrizioni ai campionati, manutenzione dei campi.. oggettivamente il settore giovanile ha un’infinità di spese.
Se poi si considera che i ricavi provengono soltanto dalle quote che pagano i genitori e che queste ricoprono all’incirca la metà delle spese, allora sembra ovvio affermare che il settore giovanile è un costo.
Quanto? Non è un segreto che in questi anni il settore giovanile costa alla Pievese tra i 30.000 e i 40.000 euro.
Tante discussioni, tante problematiche, anche parole forti di alcuni che vedrebbero di buon grado investire soltanto
su una prima squadra, credendo di poter raggiungere risultati ancora migliori.
Sicuri che sarebbe così?
Torniamo a fare qualche conto, questa volta però sulla prima squadra e più in dettaglio sui giocatori che ci sono arrivati dopo aver fatto tutta la trafila delle giovanili nella Pievese.
Quanto sarebbe stato il loro rimborso se fossero stati giocatori “di fuori”?
Iniziamo dai big: Canuti e Cacciamano sono giocatori come non ce ne sono in queste categorie. Un centrale di difesa insormontabile da 5 goal a campionato ed un attaccante che è arrivato già a 26 goal stagionali non si muoverebbero per meno di 14.000 euro l’anno (in due).
Capitolo portieri: Della Ciana e Croccolino, prima amici poi in lotta per un posto da titolare, hanno già molta esperienza dalla loro e la coppia potrebbe essere “acquistata” con circa 4.000 euro annui.
Discorso a parte per i fuori-quota: le società che ce li hanno ne fanno tesoro. Supponiamo che per un fuori-quota di medio-alto livello come i nostri ci vogliono almeno 250 euro mensili di rimborso spese + 1.500 euro di prestito (se siamo pessimisti).
Con ciò, per un fuori-quota servono 3.500 euro. Se si considera che noi abbiamo Baglioni, Chiappini, Moretti, Salvi e Giulietti, allora 3.500 X 5 diventano 17.500 euro per accaparrarsi le prestazioni di 5 fuori-quota.
Non si possono tralasciare gli altri prodotti del settore giovanile che militano in prima squadra: Califano-Crescenzo-Guidantoni è un “pacchetto” da altri 5.000-6.000 euro all’anno.
Infine è un capitolo a parte quello di Fanone e Sberna: altri due giocatori fuori-categoria ma con qualche problema di lavoro. Due pedine che farebbero la differenza in ogni squadra, una coppia da almeno 8.000 euro.
Facciamo la somma… La Pievese, se questi 14 giocatori fosse andata a cercarli “fuori”, avrebbe dovuto sborsare all’incirca 50.000 euro.
Quanto spende realmente non si sa, ma una stima concreta potrebbe aggirarsi intorno ai 15.000 euro.
La differenza..? Ben 35.000 euro, “risparmiati” grazie al settore giovanile, ed ecco “azzerati” i suoi costi. Senza di questo, la stessa squadra sarebbe stata costruita spendendo il doppio..!!
Vi immaginate se si riuscisse a proiettare questo discorso su quasi tutta la rosa, o addirittura su tutta?
Allora… siamo davvero sicuri che il settore giovanile sia un costo davvero insostenibile? Secondo me è piuttosto un capitale, il settore giovanile è un capitale di inestimabile valore.

Aldilà di tutti questi numeri e dei risultati che tutte le squadre giovanili stanno ottenendo sul campo (di cui parleremo ampiamente in altri articoli), che potrebbero disperdersi nell’aria come le chiacchiere, resta l’impegno sociale della Pievese e di tutte le altre società che, grazie al settore giovanile, offrono un servizio a tutta la comunità. Un impegno costante, concreto ed importante per il paese, reso possibile grazie a tutte quelle persone che, con passione e dedizione, dedicano il loro tempo e le loro capacità all’intera collettività.
Un impegno di cui l’intera comunità, dal mio modesto punto di vista, non può farne a meno.