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Pieve Nostra 1968: lo scontro sul PRG, arrivano i contestatori pievesi, problema acqua

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Continuando sulla ripubblicazione delle annate di “Pieve Nostra” il giornale, privato,  storicamente più longevo di Città della Pieve, siamo arrivati al “mitico” 1968, di cui pubblichiamo i primi due numeri. Come si potrà vedere in questo anno, si può dire che questo giornale tocca l’apice della sua funzione, della sua qualità e della sua corretta periodicità. Ma non durerà come vedremo.

Però si può dire che testimonia fedelmente cosa sta succedendo a Città della Pieve, e vi segnaliamo alcuni temi. Innanzitutto la proposta di Piano Regolatore che viene discusso aspramente sulle pagine del giornale. Purtroppo sentiamo solo una campana, quella dell’Associazione Turistica, e non sentiamo, almeno per adesso quella del Comune e dei progettisti proponenti. Non è una cosa di poco conto. Su quella discussione  ha girato e tuttora, distanza di mezzo secolo gira purtroppo l’assetto urbanistico, viario e territoriale di Città della Pieve. Si può dire che allora fu persa una prima grande occasione e per quanto mi riguarda “Pieve Nostra” aveva profondamente torto. Ma il Comune poi, sia per mancanza di fondi, sia per non completa convinzione, non lavorò mai alla realizzazione delle previsioni del piano regolatore. Cosa era l’oggetto del contendere? Secondo l’ATP era la difesa delle “Monache”, perché si proponevano due nuove strade di accesso, due circonvallazioni, dalla Selve alla Casa di Riposo e da questa al Formello. In effetti non realizzare nel tempo questo disegno ha comportato proprio lo stravolgimento delle “Monache”. Un po’ come è successo qualche decennio dopo per l’Ospedale. Una difesa sbagliata ne ha provocato la chiusura.

L’altro tema che segnalo sono le ultime due pagine, Siamo nel 1968 e puntuale, Città della Pieve, dimostra di essere dentro il mondo e dentro la storia. Nel mondo la novità sono i giovani che contestano il vecchio, la scuola, la società la politica? Ebbene Città della Pieve è al passo con i tempi. La lettera di un giovane studente, Sergio Selciarini, che però era condivisa e sostenuta anche da altri giovani studenti,  e la risposta del direttore di Pieve Nostra ne sono un fedele testimonianza. Si può dire che la politica pievese moderna post agricola, post ricostruzione, post  resistenziale nasce da quello scambio pubblico ed ufficiale di posizioni.

Una citazione per gli amanti delle cronaca sociale. Se non mi sbaglio c’è un articolo che parla dell’ultimo veglione che fu fatto al Teatro degli Avvaloranti. Di lì a poco sarebbero cominciati i problemi che poi verrano risolti soltanto a fine secolo.

(g.f)