Home Rubriche Piano Sanitario. I sindaci del Trasimeno invitano l’assessore regionale che non si...

Piano Sanitario. I sindaci del Trasimeno invitano l’assessore regionale che non si presenta.

Condividi

Stiamo camminando a passi veloci dalla politica verso la farsa. Il problema è che la farsa riguarda un territorio che dall’inizio del duemila, per sue responsabilità prima e poi per quelle della Regione, non ha gli stessi diritti sanitari degli altri.

Gli elettori umbri hanno punito la precedente maggioranza nelle ultime elezioni regionali con una transumanza di voti che ha spalancato le porte ad una Giunta di centro destra. Per la prima volta dopo la istituzione delle Regioni nel 1970. Partiti di centro destra che a più riprese avevano dato il loro assenso e la loro disponibilità a rivedere la situazione.

Poi c’è stato il Covid e il ritardo nell’affrontare il problema ha avuto una qualche giustificazione. Il Covid non è del tutto sconfitto, ma nel frattempo sono stati assegnati all’Italia finanziamenti mai visti nella sua storia e la Giunta Regionale ha “preadottato” un Piano sanitario regionale dove i problemi di cui stiamo parlando vengono tranquillamente ignorati anzi vengono aggravati da una cervellotica riforma territoriale dei distretti che  mette Città della Pieve con San Giustino e Monteleone con  le Forche Canapine. 

La farsa inizia quando evidentemente i sindaci hanno chiesto un confronto ed un chiarimento con la Giunta Regionale e si lascerebbe intendere che non l’hanno ottenuto. Hanno allora adottato un metodo a dire il vero, discutibile, ma che può essere letto come strumentale. Hanno cioè organizzato una loro riunione ed hanno invitato l’assessore a partecipare. L’assessore, come era abbastanza prevedibile non si è presentato.

Ma a questo punto della farsa è l’assessore Coletto che si ritrova ad avere il cerino in mano.

Di doveri e di comportamenti politici corretti ci sembra ormai difficile ragionare. Notizie di totale mancanza di confronto e coinvolgimento a livello tecnico e politico, nella sanità, sono sempre più frequenti e diffuse. Semmai sarebbe da conoscere qual è il punto di vista dei partiti della maggioranza regionale e degli altri colleghi di Giunta a cominciare dalla Presidente Tesei. Ci sarebbe anche da sapere quale è il punto di vista del consigliere Rondini, del senatore Briziarelli e perché no dei responsabili dei partiti di maggioranza a livello locale.

Dicevo difficile parlare di comportamenti politici, forse dovranno cominciare ad essere valutati aspetti di carattere legale e regolamentare. Cosa prevede la legge sulla partecipazione? Cosa prevedono le procedure sull’attuazione del Pnrr? Cosa prevede la procedura per l’adozione del Piano sanitario regionale? O più ancora cosa prevede il non rispetto di alcune normative sui requisiti di legge per quanto riguarda i posti letto, la definizione e la classificazione dei presidi sanitari? Le caratteristiche minime di un servizio di Pronto Soccorso? Cosa prevede l’omissione di atti di ufficio a riguardo? Non so con quali possibilità di successo o con quante possibilità di essere ascoltati. Ma almeno per uscire dalla farsa. (Gianni Fanfano)

Quello che segue è il comunicato congiunto dei sindaci del Trasimeno e del Pievese.

Oggi alle 16.30 i Sindaci dell’Unione dei Comuni del Trasimeno, insieme a una rappresentanza del Comune di Corciano (grazie!), si sono incontrati presso la sede di Paciano. La Regione Umbria, invitata per il confronto sul proprio Piano Sanitario Regionale da poco preadottato, non ha partecipato.

I Sindaci invitano nuovamente la Regione Umbria a confrontarsi, rendendosi disponibili in ogni momento.
Già ad aprile i Comuni del Trasimeno e di Corciano avevano presentato, grazie alla collaborazione con tanti operatori sanitari dei nostri territori, una proposta di nuova sanità territoriale e di visione integrata dei servizi sanitari e socio-sanitari.
Proprio in questa pandemia tutti abbiamo avuto la prova più concreta di quanto la sanità pubblica territoriale e di prossimità, attraverso le tante professionalità che vi lavorano, sia fondamentale.
Eppure tutti noi, ormai da anni, verifichiamo crescenti criticità nei servizi, nelle prestazioni erogate e registriamo una progressiva riduzione del personale sanitario.
Il Piano Sanitario Regionale prevede – tra le altre cose – l’accorpamento del distretto sanitario del Trasimeno con quello della lontana Città di Castello. Un’ipotesi che come sindaci del comprensorio rifiutiamo con fermezza. Per questo, e per un’attenta analisi rispetto alla nostra proposta, chiediamo urgentemente un confronto.
Se non avremo possibilità di discutere rispetto alle scelte che decideranno le sorti dell’immediato futuro della nostra sanità territoriale, metteremo in campo tutte le iniziative a difesa delle nostre comunità.