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PD. Mossuto “Gli smemorati del Mengoni” Ascani ” Ora, punto e a capo”

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Come sempre seguiamo il dibattito che si sviluppa a livello regionale, entro e fuori il partito di maggioranza a livello regionale cioè il Pd. In questo caso riporta o un interessante confronto che si è sviluppato sulle colonne del Corriere dell’Umbria, fra la sua direttrice Anna Mossuto e la giovane parlamentare del Pd, di origine altotiberine, Anna Ascani. Lo spunto per il botta e risposta è stato l’iniziativa organizzata a Magione, al Teatro Mengoni appunto dal segretario regionale Leonelli e da alcuni esponenti democratici tra cui appunto la Ascani. (N.d.R)

Rassegna Stampa. Dal CORRIERE DELL’UMBRIA

Anna Mossuto, direttore del Corriere dell’Umbria “Dal palco del Mengoni gli smemorati di Magione”

Dal palco del Mengoni gli smemorati di Magione, al teatro Mengoni con furore. Oppure. I giovani piddini alla riscossa. O ancora. Quando i gatti non ci sono i topi ballano.

Queste frasi per rispecchiare quanto accaduto nelle ultime ore sulla scena politica umbra. Allora, tutto parte dalla convention, versione Leopoldina in salsa nostrana, organizzata in quel di Magione dalla coppia di fatto Giacomo Leonelli e Anna Ascani, segretario regionale il primo, parlamentare la seconda. Che hanno riciclato lo slogan “Al passato grazie, al futuro sì” e all’unisono si sono scagliati contro le correnti, contro i padrini e le madrine, che con il loro modo di fare impediscono alle nuove generazioni di emergere.

Tante belle parole, tanta bella scenografia e tanti applausi dei supporter. Iniziativa encomiabile, ci mancherebbe altro, per rompere il piattume e per mettere una bandierina. E anche per dire che certi schemi come nel calcio sono superati, sono anacronistici, c’è bisogno di cambiare, di aria nuova. Come non essere d’accordo su questi annunci di massima? Nessuno si alzerebbe in piedi per dissentire. Ma c’è un ma, anzi più ma, grossi come grattacieli.

Il primo. Quando si decide di fare guerra alle correnti bisogna avere la memoria di ricordarsi di essere figli delle stesse. Altrimenti verrebbe da dire: da che pulpito arriva la predica! Leonelli forse dimentica di essere diventato segretario del partito non per investitura divina bensì grazie a un accordo tra le due anime del Pd. Anche la Ascani in riva al lago soffre di amnesia nonostante proprio di recente il suo ex segretario nazionale Bersani in una discussione piuttosto accesa alla bouvette di Montecitorio le abbia rammentato di provenire dalla corrente di Letta. Si può cambiare idea, per carità, e condannare le correnti e il correntismo come se fossero la sciagura di questa politica. Forse lo sono se si limitano a una spartizione del potere e basta, ma se sono frutto di visioni, di idee e di azioni diverse dentro una stessa cornice allora l’indice puntato è soltanto una scusa, un alibi.

Il secondo. La rottura degli schemi è benvenuta se serve per cambiare gioco ma il gioco deve essere finalizzato a portare a casa il risultato. Qui il segretario regionale farebbe bene a pensarci non una ma duemila volte a modificare gli schemi perché i risultati, parliamo di quelli elettorali, non gli stanno dando ragione da quando c’è lui alla guida del partito. Anzi a furia di cambiare cosi il Pd sta perdendo amministrazioni, Perugia docet, ma docet anche Amelia di recente, e acquistando in fibrillazioni l’elenco sarebbe troppo lungo, da Terni a Spoleto, a Foligno, tanto per citare i comuni più grossi. Di solito si dice squadra che vince non si cambia ma in politica purtroppo anche quando la squadra perde non si cambia. E come al solito le sconfitte sono sempre orfane.

Il terzo. I giovani vogliono più spazio. Una frase che induce a una doppia riflessione.

La prima: viste le condizioni del Pd sarebbe da dire ridateci i vecchi, quelli che sapevano fare politica, quelli che avevano capacità e passione, quelli che avevano a cuore le sorti di una comunità e non solo quelle della propria carriera.

La seconda: il rinnovamento a tutti i costi basato solo sulla carta di identità è sbagliato perché i giovani non dovrebbero occupare posti e ricoprire incarichi per l’età anagrafica ma dovrebbero farsi strada anche in politica come dappertutto perché meritevoli. E a chiederla e costruirla dovrebbero essere proprio i giovani. La nuova classe dirigente farebbe bene a pretendere di essere selezionata non perché figli o figlie di capicorrente. E a chiederla e costruirla dovrebbero essere proprio i giovani se si vogliono intestare un minimo di cambiamento, Altrimenti rischiano di essere peggiori di quelli che contestano o di cui più semplicemente vogliono soltanto prendere il posto. Tutto il resto sono chiacchiere.

Ps. Viste le condizioni del partito a Temi, dove è a rischio la tenuta di Palazzo Spada non solo per la situazione finanziaria, Leonelli e Ascani avrebbero fatto una bella figura, anzi gigantesca, se avessero organizzato la convention nel secondo capoluogo della regione.

di Anna Ascani parlamentare del PD

E` giunto il momento di dire “punto a capo”

 Cara direttrice, la ringrazio anzitutto per l’attenzione che il suo giornale ha dedicato alla convention che con alcuni amministratori, studenti, imprenditori, professori, cooperatori, etc abbiamo organizzato. Come avrà notato, in questa formula non è previsto un protagonista sul palco, ma un gruppo. I gruppi servono, le correnti personali no. A me l’ha insegnato la storia di e con Enrico Letta, eterno numero due , diventato numero uno grazie alla capacità di far parte di un gruppo invece che di una corrente. Lezione importante. Con questi compagni di strada a Magione abbiamo portato sul palco non una generazione (a meno che il termine generazione non racchiuda insieme persone che hanno dai 20 ai 50 anni, cosa che non credo).

Abbiamo portato sul palco la voglia di fare Politica. Perché lei, direttrice, ha ragione: la Politica è un’altra cosa rispetto a quello che questa regione è costretta a vedere ogni giorno. È un esperimento ü nostro, che non pretende di essere risolutivo dei tanti problemi di questo nostro partito. Un esperimento aperto a dire il vero. Il mio sogno sarebbe vederlo replicato nei quartieri della nostra Umbria, lasciando il “palco” a chi ha voglia di raccontarci una cosa che funziona e una che non funziona, accanto a un’idea. Questa è la forza del nostro modello: niente sfogatoio, nessuna voglia di raccontare a noi stessi quanto siamo belli e bravi. Ma un’analisi sincera di cosa va e di cosa non va e soprattutto l’assunzione di responsabilità riguardo le idee per sistemare ciò che non funziona. Personalmente ho fortemente voluto condividere questo progetto con Giacomo Leonelli. Mai prima d’ora abbiamo fatto pezzi di strada insieme. Eppure un’altra lezione che mi hanno impartito è che si comincia sempre dal partito e da chi ha l’onore e l’onere di guidarlo. Credo che questa formula, aperta a chiunque la vorrà usare per emanciparsi da un sistema di padrini che non è un sistema di correnti che , come lei giustamente dice, hanno una propria funzione anche positiva), sia una bella novità per la nostra Umbria. Perché io credo davvero che rispetto a certe dinamiche sia venuto il momento di dire “punto a capo”. Perché come dice lei, la Politica è un’altra cosa.