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Panicale. Mongiovino, ispezione speleologica per svelare i segreti del sottosuolo

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(Cittadino e Provincia) L’antica cisterna seicentesca del pozzo antistante il Santuario di Mongiovino potrebbe essere in futuro aperta alle visite.

Si sta iniziando a sollevare il velo sul pregiato manufatto risalente al 1600 che sorge di fronte all’ingresso principale del Santuario Mariano e che rappresenta solo la parte sommitale di un articolato sistema di raccolta delle acque. Sistema che deve essere strettamente collegato alle origini stesse del complesso monumentale e al culto del miracolo di Andreana. Del resto l’acqua è elemento fondante di questo luogo sacro, che lega il suo nome alla pastorella e all’apparizione della Vergine a quest’ultima, invitata a recarsi dagli abitanti del castello di Mongiovino portando in testa una brocca piena d’acqua con l’apertura rivolta verso il basso da cui non fuoriusciva acqua. Miracolo seguito da numerosi altri.

Si deve ora alla comunità locale, e in particolar modo all’Associazione culturale Mongiovino-Valnestore e alla Confraternita S.S. Sacramento il merito di iniziare a far luce sul funzionamento dell’antica cisterna e sulla serie di canali sotterranei, poiché si ha la consapevolezza della loro unicità e importanza storica.

Per questo motivo è stata incaricata un’equipe di speleologi e sommozzatori che nelle settimane scorse ha effettuato un sopralluogo volto a verificare il livello di mantenimento e stabilità del pozzo, il suo funzionamento, la provenienza delle acque di vena e l’utilizzo che se ne faceva in passato. Ed aprire così la strada verso un ripristino e una riattivazione delle funzioni originarie.

E’ durata sei minuti l’immersione del sommozzatore Maurizio Todini della ASD Urban Divers Umbria Apnea, che si è calato fino ad una profondità di oltre quattro metri.

Dal sopralluogo è emerso che la cisterna, di grandi dimensioni (6,00 x 6,00 circa), si trova in perfette condizioni, senza lesioni e quindi perfettamente stagna. L’afflusso dell’acqua di vena alla cisterna era in passato ed è ancor oggi, in grande quantità: di qui la necessità di realizzare il canale di troppo pieno che è stato riscoperto a livello di quota pavimento nei due locali a volte presenti nell’area. Del resto i fruitori in passato dovevano essere numerosi. E’ noto che l’afflusso di pellegrini al Santuario di Mongiovino era molto elevato. Basti pensare che ogni anno in questo luogo si svolgevano ben 92 processioni che richiamavano devoti anche dalle regioni limitrofe.

In merito all’utilizzo esso doveva essere prevalentemente alimentare. Fino agli anni ‘60 si attingeva per bere con una pompa. Dalle indagini risulta inoltre che dal vano cisterna l’acqua può essere canalizzata e recapitata, attraverso una lunga e pregiata condotta ad altezza uomo, realizzata in cotto e per lo più a cielo aperto sino una pila con grande bacinella di attingimento, anch’essa ad altezza d’uomo, posta sulla testata del primo grande locale a volte che nel passato ha senz’altro avuto la funzione di refettorio delle Comunità religiose che abitavano il Complesso o comunque quella di prima accoglienza dei Pellegrini. Durante la guerra i due grandi locali a volte hanno ospitato circa 300 persone che qui si ritenevano al sicuro dai bombardamenti e dove potevano attingere all’acqua della cisterna in maniera più diretta.

I risultati del sopralluogo costituiscono il punto di partenza per avviare un iter che conduca alla realizzazione di un percorso che consenta di accedere in sicurezza al “Cantinone” e quindi alla cisterna, per poi aprirla a visite programmate. L’Associazione inoltre sta lavorando, tamponata l’emergenza causata dalla recente caduta di un fulmine sul campanile, all’avvio di una raccolta fondi per ulteriori interventi di messa in sicurezza del complesso monumentale.

“Queste importanti iniziative – commenta il sindaco di Panicale Giulio Cherubini – sono il frutto di un rinnovato e coeso attivismo dell’intera comunità, grazie al lavoro in prima linea di Mongiovino Valnestore, confraternite e Parrocchia. I progetti per il recupero e la valorizzazione del compendio immobiliare attiguo al Santuario sono stati oggetto di un recente nuovo Protocollo con il comune di Panicale e tutte le istituzioni competenti”.