Home Argomenti Politica Macroregione. A gennaio il documento. “La Loira ci fa un baffo!”

Macroregione. A gennaio il documento. “La Loira ci fa un baffo!”

Condividi

Dal Corriere dell’Umbria del 22-11-2015 – Autore: Diego Aristei. Titolo del Corriere Pievese

Incontro a Perugia dei presidenti di Umbria, Toscana e Marche Incontro tra i presidenti di Toscana, Umbria e Marche.

Comincia il percorso che “parte dal basso”

Rossi” se ci mettiamo insieme sul vino la Loira ci fa un baffo!”

Un percorso comune su un’idea di macroregione che non unisca astrattamente i confini di Toscana, Umbria e Marche, ma che parta dal basso. E’ quanto emerso dal primo appuntamento tra i presidenti delle tré regioni, Enrico Bossi, Catiuscia Marmi e Luca Ceriscioli, che si sono incontrati a Perugia. Pragmatismo e nessuna fuga in avanti. Una macroregione che non unisca astrattamente in laboratorio i confini di Toscana, Umbria e Marche.

“L’Italia di Mezzo” deve partire dal basso coinvolgendo i cittadini, veri protagonisti.In una giornata piovosa , i presidenti Enrico Rossi (Toscana), Catiuscia Marini (Umbria) e Luca Ceriscioli (Marche) si sono incontrati nel capoluogo umbro per gettare le basi di un percorso che ha come obiettivo “una macroregione – ha tenuto bene a sottolineare la Marini incontrando con i colleghi i giornalisti – vista come prospettiva futura di lavoro, che serva a far crescere le nostre regioni, a dare più opportunità di lavoro, a migliorare la qualità dei servizi e quindi a garantire un futuro anche ai nostri tenitori”.

Da tempo i tre presidenti stanno ragionando attorno a questa idea (la prima in Italia). Ieri al ristorante, in pieno centro, tra un antipasto tipico umbro con torta al testo, tagliatelle al tartufo e ottimo vino Sagrantino (qualcuno ha parlato subito del ‘patto del Sagrantino’), Marini, Rossi e Ceriscioli hanno spinto il piede sull’acceleratore.

Non un libro dei sogni. A gennaio sarà pronto un documento comune da sottoporre ai rispettivi consigli regionali.

La situazione del resto è ottimale, anche perché, come ha detto la presidente della giunta dell’Umbria, “stiamo ragionando non come Regioni che zoppicano su politiche fondamentali come i fondi europei, oltre che sanità, ma come enti che hanno già retto la prova. Vogliamo fare insieme delle cose con la forza economica e anche di immagine che abbiamo anche a livello internazionale”.

Si diceva partire dal basso anche per evitare le imposizioni che potrebbero arrivare dall’alto. “Intanto ha spiegato Rossi – iniziamo un processo in cui lavorare insieme per confrontarci, scambiare idee, servizi, coinvolgendo – è stato detto all’unisono le forze sociali, non solo quelle politiche. Non dobbiamo rinunciare a nulla, siamo qui per dare migliori servizi ai cittadini”.

Esempi? Tanti. Fondi comunitari (Bruxelles vedrebbe molto bene le tre regioni unite per progetti concordati) da gestire al meglio ad esempio con integrazioni in agricoltura, senza dimenticare la grande partita dell’agenda digitale.

“Un accordo – ha notato Ceriscioli – sull’agenzia di pagamento per l’agricoltura come c’è in Toscana accorcerebbe i tempi di pagamento”. Per poi non parlare delle infrastrutture. Insomma, Insieme Toscana, Umbria e Marche, con un asse lungo di 400 chilometri dalla Lunigiana fino all’estremità di Porto d’Ascoli sull’Adriatico, raccoglierebbero un territorio di oltre 41 mila chilometri quadrati. Ad abitare la nuova grande regione più di 6 milioni di persone (il 10% della popolazione nazionale) con un prodotto interno lordo nazionale del 12%.

Il patto del Sagrantino ha dunque preso le mosse. Scherzando sul pranzo, il governatore della Toscana ha notato che “se ci mettiamo insieme sul vino, non ci sarà partita. A noi la Loira ci farà un baffo”.