Home Argomenti Arte e Cultura Libuni. 25 anni di successo. Ora serve una stagione di nuove semine.

Libuni. 25 anni di successo. Ora serve una stagione di nuove semine.

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Tre appuntamenti in uno, a Palazzo Corgna, con la Libera Università di Città della Pieve. La fine dell’anno accademico 2018/19, una mostra sui 25 anni vita dell’associazione con tanti personaggi premiati,  un adeguamento dello statuto alle nuove disposizioni di legge per il terzo settore.Tra i premiati, per la collaborazione con la LIbuni e per l’anzianità di iscrizione o di insegnamento sono stati Nadia Fornasiero, in rappresentanza delle bibliotecarie, Palma  Agnelli, Daniela Ford, Francesca Merli, Dina Pulcinelli, Anna Maria Scargiali, Marcella Tiribocchi, tra gli iscritti.
Antonio Mugnari, Fiorella del Buono, Valerio Biattarello, Giuseppe Faletra, Leandra Mechelli, Daniela Barzanti, Aldo Sorci tra coloro che a diverso titolo si sono segnalati nel corso di questi 25 anni.

 

 

 

 

Non credo che i promotori dell’allora “Università della Terza Età” che le diedero vita 25 anni si aspettassero. Per la loro piccola creatura, una storia così importante e ricca di successi.   Era stato un parto avvenuto sotto l’impulso della Regione che cercava di promuovere forme di aggregazione sociali. Qui a Città della Pieve prese subito la forma di una associazione e di una attività che si caratterizzavano per i corsi rivolti ad un pubblico che chiedeva insegnamenti e materie post scolastiche, prevalentemente nel mondo femminile e nel mondo ormai post lavorativo.

Questa impostazione fece crescere gli iscritti in breve tempo , mise insieme un gruppo abbastanza omogeneo di insegnanti provenienti dal Liceo, su cui si innestò come campo aggiuntivo quello della storia dell’arte gestito da Valerio Bittarello che è stato per tanti anni anche il direttore dei corsi.

Per anni la Libera Università di Città della Pieve, ha avuto  il merito e ed il privilegio di essere l’unica nella zona, per cui si sono dati appuntamento nei corsi di Città della Pieve anche persone provenienti dall’Alto Orvietano, dal Castiglionese,  da Chiusi.

Da questo importante bacino, in termini di qualità e quantità, hanno attinto nel corso degli anni più recenti  le iniziative del Comune,  e delle associazioni che si sono venute costituendo, magari con uno spettro più specialistico di iniziativa.

Lo scorso anno il direttivo della Libuni ha avviato una riflessione sul futuro di questa associazione. In quell’occasione emerse la necessità di avviare “una stagione di nuove semine” per continuare a svolgere quel ruolo di stimolo a tutto il mondo culturale pievese e per rinnovare la sua presenza.

Il filone dei corsi deve continuare ad essere la spina dorsale dell’attività. Ma non può più bastare. I momenti in cui la Libuni ha ampliato il raggio tradizionale del suo “pubblico” sono stati quelli dei “Laboratori di Ricerca”. per esempio quelli “Sul filo della memoria”. Quando sono stati fatti quelli sul calcio pievese, sulla Fornace Frazzi, sul lavoro e sull’impresa nel secolo scorso, sono state toccate decine e decine di persone “esterne” al mondo della Libuni. Così come quando sono state fatte conferenze dedicate o temi e personaggi locali. Ricerca attiva, attualità, tematiche storiche locali e d’area, potrebbero essere il campo dei nuovi laboratori. Pensiamo soltanto alla urgente necessità di conoscere,  prima ancora di poter valorizzare, il tessuto economico e produttivo locale. Pensiamo soltanto al campo sterminato del mondo dei Terzieri. I tre Terzieri hanno “patrimonializzato” la loro storia in tre volumi. Tra l’altro scritti da persone  (Fanfano, Fiacconi, Marroni, Rossi, Meo)  che hanno, nel corso degli anni, avuto rapporti con la Libera Università.  Resta ancora scoperto il terreno del Museo o dei Musei. Restano ancora da sviluppare, codificare, catalogare le manifestazioni principali dei Terzieri: Presepe Monumentale, Infiorata, Quadri Viventi, Botteghe, oltre naturalmente alle iniziative delle due settimane di fuoco di agosto e ad “Epoche in Passerella”. La struttura “scientifica ed organizzativa” della Libuni, potrebbe essere una ottima cabina di regia. Insomma, guai a fermarsi. Guai a pensare di vivere  di rendita. Guai a dimenticarsi della stagione delle semine. (g.f)