Home Rubriche Rassegna Stampa La Voce “Sotto il campanone. Le domande che solleva il caso Gesenu”

La Voce “Sotto il campanone. Le domande che solleva il caso Gesenu”

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Rassegna Stampa. Dalla Voce di Pasquale Caracciolo

ll caso Gesenu e la vicenda Gesenu lasciano a dir poco sconcertati. Pochi giorni fa abbiamo tirato un sospiro di sollievo dopo la decisione del prefetto di Perugia di revocare le interdittive antimafia emesse a carico del gruppo Gesenu. Ora si scopre che da almeno tre anni era in corso un’indagine della procura di Perugia che ha accertato più di un reato, tanto da procedere all’arresto del direttore operativo della Gesenu e all’individuazione di altri 15 indagati accusati di associazione a delinquere, traffico illecito di rifiuti, inquinamento ambientale e frode fiscale. Una vicenda incredibile e inquietante, che suscita molti interrogativi. Come è possibile che i soggetti coinvolti (Regione: Arpa; Auri – Autorità umbra per i rifiuti e idrico; Commissione speciale sui rifiuti e infiltrazioni mafiose. 24 Comuni serviti, ecc.) non si siano accorti di nulla nonostante in passato tanti comitati di cittadini gridassero allo scandalo e denunciassero inquinamenti? Una brutta pagina anche per gli amministratori politici, che negli ultimi anni hanno rappresentato il comune di Perugia nel Cda della Gesenu. Una brutta pagina anche per i cittadini che scoprono che, mentre si chiedeva loro di fare la raccolta differenziala, pagavano per un servizio non reso che veniva puntualmente fatturato, facendo salire le bollette.

Ci si chiede: che accadrà al gruppo Gesenu? La “nuova Gesenu” (l’assetto societario è stato ridefinito nel corso del 2015) si dichiara estranea a questa indagine e il Comune di Perugia ribadisce la massima attenzione, e di voler tutelare e risarcire i cittadini dei maggiori costi tariffari di questi anni, di continuare nell’opera di risanamento e rinnovamento avviata al momento dell’insediamento della nuova Giunta.

È sufficiente il nuovo assetto della Gesenu? Non occorre rivedere a fondo tutto il Gruppo? Può il Comune di Perugia mantenere il suo 45% della Gesenu, lasciando il potere decisionale in mano ai privati? C’è chi sostiene che occorre azzerare tutto, commissariare l’azienda e procedere a una nuova configurazione totalmente pubblica. Non è il caso, invece, di affrontare la questione a livello regionale? Come può l’Umbria continuare ad avere ben 40 aziende che operano nel settore dei rifiuti, con una frammentazione che va a discapito della qualità e dell’economicità del servizio? Che ci sta a fare l’Auri? Non è stata costituita proprio per arrivare a un gestore unico? Interrogativi che attendono una risposta.