Home Argomenti Cronaca La Pieve di nessuno. I dati sull’economia pievese.

La Pieve di nessuno. I dati sull’economia pievese.

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Si è concluso il 14 aprile con un incontro presso la Sala delle Muse il corso della Libuni, condotto da Gianni Fanfano sui “Momenti di storia pievese del ‘Ú900”  Il tema dell’appuntamento era  “L’economia e i servizi dispersi, la crisi di fine secolo”.  A dominare la scena sono stati alcuni dati portati dal relatore, Gianni Fanfano,  all’attenzione dei partecipanti, dopo avere ripercorso l’evoluzione dell’imprenditoria e del lavoro nel corso del secolo appena trascorso. Sono dati che  hanno  prodotto  una scossa  per la loro durezza. Che la situazione non fosse rosea era un concetto  acquisito dalla maggioranza dei pievesi. Che i numeri fossero così duri e crudi è stata perù una amara conferma. Secondo i dati del’ultimo censimento, quello del  2011, le imprese  registrate a Città della Pieve sono in totale 527. Numero che apparentemente potrebbe far pensare ad una economia dinamica. A questo punto è stato estratto come dato significativo quello della forma giuridica delle attività. E qui c’è stato il primo colpo. Del totale sopra riportato il 66% cioè 357 sono imprese individuali. Cioè il primo livello con cui si apre e si fa una attività economica, quello più lontano dalla dimensione aziendale strutturata.  Totale imprese attive527  Imprese individ.357             66% Società in nome collett.7914% Srl5810% Sas356% Spa1 Soc.coop1 Altro5 Poi sono stati indicati i settori di attività di queste aziende.   Settori di attività  Commercio 13625,80% Costruzioni10820,49% Attività professonali6211,7% Manifatturiero509,48% alloggio ristorazione458,53% Agricoltura91,7% Trasporto5 Informatica e web5 Finanza Assicurazioni 11  Attività immobiliari20 Noleggio e agenzie viaggio22 Istruzione1 Sanità e assietnza sociale20 Agenzie e noleggi22 Attvita artistiche6 Altre attività e servizi34 Commercio ed edilizia quindi, due settori in profonda crisi, coprono la metà delle attività. Mentre il dato degli addetti è in linea con quello delle aziende, meno che per il settore finanziario dove la presenza di Crediumbria alza ovviamente la media.    Addetti per settore   Totali  1552  1)Commercio36523,5& 2) Costruzioni36123,2% 3) Manifatturiero25016,1% 4) Alloggio e ristorazione15610% 5) Finanza e assicurazioni1157,4% 6) Consulenze e professioni895,7%        Seguono gli altri settori cin meno di cinquanta addetti complessivi.     Media addetti  per  azienda    Totale 2,9 addetti per azienda   Manifattura5  addetti Costruzioni3,3 Commercio2,6 Alloggio e risto.3,4 Banche  e assicur.10,4 Tra i diversi settori è stato messo a fuoco, quello del turismo,  uno di quelli su cui, più spesso si insiste, parlando di potenziamento e di possibilità di sviluppo futuro. E si sono confrontati i dati di Città della Pieve con quelli di Castiglione del Lago, uno dei competitors più vicini. Dove il dato dei campeggi ha segnato il confronto, ma dove anche la durata e la composizione della clientela  fornisce   indicazioni interessanti.   DATI TURISMO (2004)     Città della Pieve strutture    6  alberghi 256  posti letto 39 esercizi complementari700  posti letto 18 alloggi per vacanza310 posti letto 18 agriturismi278 posti letto  45 tptale esercizi956 totale posti letto    Città della Pieve arrivi e presenze    10.821  arrivi italiani 35.368 presenze3,3 permanenza media 3.301 arrivi stranieri24.937 presenze7,6 permanenze 14.122  totali60.305 4,3   Castiglione del Lago strutture  9 alberghi300 posti letto 154 esercizi complemantari 3.498  86 alloggi  x vacanza1.012  58 agriturism920  307 totale 3.798   Castiglione del Lago arrivi e presenze   26.692 arrivi italia           88.275 pres.  Italia3,3 media 18.090  arrivi stra     134.587 pres.stra 7,4 media  44.782 totali     222.862pres stra5,0 media  Nei dati che sono stati riportati manca completamente il settore pubblico, che continua senz’altro ad essere il maggioritario dal punto di vista occupazionale mettendo insieme comune,ospedale, scuole, forze armate, ferrovia, poste e tutto il pendolarismo soprattutto verso Perugia. Ma anche questo  dato della prevalenza del settore pubblico nell’occupazione complessiva non è certo rassicurante. Del settore pubblico è stato preso in considerazione un dato regionale, quello cioè  della suddivisione degli occupati fra Comuni, Regione,province, servizio sanitario, comunità montane ecc’∂I dati umbri rapportati con quelli toscani e marchigiani, dove esplode la percentuale, da sud,degli occupati delle comunità montane, il 7% del totale confrontato ad un 1% circa delle altre due regioni. Su l’insieme di questi valori si è poi aperta una vivace discussione. Cosa dicono questi dati? Secondo Fanfano, dopo avere visto negli incontri precedenti “la Pieve degli agrari”, insieme a quella dei mezzadri e del movimento contadino e socialista, “la Pieve della Frazzi” e quella “della piccola e media industria”, la “Pieve della Cassa Rurale e di Crediumbria”,  dobbiamo oggi parlare di una “Pieve di nessuno”. Un paese dove mancano delle aziende e delle economie trainanti, dove manca cioè una classe dirigente. Anche l’arretratezza di questi anni nella politica nasce da qui.  Se si pensa  alle potenzialità, a ipotesi di lavori per il futuro, alle nostre risorse come i beni artistici, culturali ed ambientali, dobbiamo smetterla solo di decantarli. Perchè tutta l’Italia è piena di queste risorse. La differenza puù farla il come si prova a sfruttarle, queste risorse, ma sotto forma di aziende non di eventi o volontariato.  Puntare con un mix di pubblico e privato alla realizzazione di un distretto culturale che coinvolga questa aria di confine umbro toscano, pensare a provvedimenti legislativi specifici, ma soprattutto alla creazione di reti aziendali, locali e non, che ne diventino protagoniste. Sapendo che non sempre “piccolo è bello”. Anzi sapendo che grande e bello è sicuramente meglio. Cioè sapendo che tutto quello che aggrega, unisce, fa crescere. Anche in economia. Chissà se in una campagna elettorale ancora sonnacchiosa se ne parlerà?