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La colazione di Pasqua tra Umbria e Toscana.

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(Riceviamo e pubblichiamo)

Il confine tra Umbria e Toscana, separa due territori che condividono usanze e tradizioni abbastanza simili tra loro. Ognuna delle due regioni con orgoglio rivendica la maternità di prodotti originali ma li condivide serenamente con la regione confinante dalla quale, a sua volta, è stata “contagiata” in senso buono, naturalmente.

La colazione di Pasqua è una tradizione che accomuna le due regioni, infatti sia in Umbria che in Toscana c’è l’usanza, alla mattina di Pasqua, di porre termine al periodo di quaresima con una sostanziosa colazione, meglio se consumata ritualmente dalla famiglia intera riunita. E’ questo il modo di dar vita ad un momento conviviale intenso sia per la ritualità spirituale, sia per un momento di affettuosa consapevolezza familiare e in ultimo (?) anche per gustare i prodotti che in tale occasione vengono consumati. Anche se ci sono prodotti locali molto specifici in ogni territorio, sicuramente la regina della colazione e del periodo pasquale è la Torta al Formaggio, accompagnata da salumi tradizionali sia umbri che toscani: capocollo, prosciutto, finocchiona, lombino, pecorini freschi e stagionati, ricotta, uova sode e anche salsicce secche di cinghiale. Infine  qualche tipo di torta salata ci sta molto bene. Ora questi prodotti a pensarci bene in un qualche modo celebrano la primavera e io credo che molto di queste tradizioni affondino le radici in epoche precristiane quando probabilmente un banchetto conviviale simile a quello dei nostri giorni, celebrava una qualche divinità che sanciva la fine dell’inverno e l’inizio della stagione della rinascita. Oggi noi per fede o per cultura cattolica festeggiamo la resurrezione di Cristo che rinnova e fa rinascere il nostro spirito e il nostro corpo insieme alla natura tutta. Ora io voglio fare un passo indietro ritornando alla Regina delle tavole pasquali: la Torta al formaggio. Ebbene ogni famiglia conserva una propria ricetta della nonna, della quale è gelosissima. Ed è pacifico, anzi in tema religioso diciamo: è cosa buona e giusta. Tuttavia quando per caso e per curiosità leggo qualche ricetta della Torta, mai o quasi mai, vedo incluse le spezie che invece sono fondamentali sia per caratterizzare il prodotto finito, sia per rispettare la tradizione che colloca le origini di questa preparazione nel medioevo. Epoca questa dove l’uso di spezie era molto in uso. Secondo me per assolvere a questa importante aggiunta all’impasto della torta, bisogna usare il sistema che mi fu rivelato da un’anziana donna umbra (non sto simulando per esigenze narrative, giuro che è vero) che mi disse di mettere a bollire in un tegamino: chiodi di garofano, qualche stecca di cannella e dei vaghi di pepe, li chiamò così e non acini o grani. Dopo che le spezie hanno bollito, si lascia raffreddare e si filtra nell’impasto della Torta. Il liquido che deve risultare da questa procedura deve essere pari a mezzo bicchiere in un impasto dal quale si ricavano due Torte. E deve presentarsi scuro. Senza dover modificare la ricetta di famiglia secondo me la prova con questa aromatica aggiunta potrebbe esser fatta. Buona Pasqua e buona torta a tutti, umbri e toscani. Anzi la buona Pasqua come simbolo di pace e rinascita auguriamola a tutto questo mondo… a volte tanto sconsiderato.

 

Dell’Annunziata Nunzio