Qualche giorno fa, insieme a Michela Galletto, che ci aveva messi in contatto, siamo andati a fare una visita alla famiglia Bianconi, la famiglia della giovane promessa delle ginnastica ritmica, di cui avevamo parlato nel nostro giornale e che aveva ottenuto tanto successi ed attenzione da parte dei lettori.
Ci siamo voluti andare, per conoscere da vicino dove è nata e come è cresciuta una piccola promessa dello sport, di uno sport, considerato di seconda fascia , rispetto a quelli di prima come il calcio o l’automobilismo. Perché pensavamo che alla base di questo successo ci fossero sicuramente le doti di carattere e fisiche di Jenny, ma forse doveva esserci anche un bel contesto, una famiglia soprattutto dove queste doti sono state state ben protette e allevate.
Così è stato e non ci sbagliavamo. Questo che segue è il testo, quasi integrale, dell’intervista che abbiamo fatto a Tavernelle, alla famiglia Bianconi, alla madre Alessandra, al padre Luca, alla sorella Sofia e naturalemente a lei, a Jenny.
Allora, cominciamo dalle presentazioni, signora lei come si chiama?
Alessandra: Alessandra Urru
Quindi non è di queste parti?
A. No, sono di sangue un po’ misto, sono nata in Trentino da padre sardo e madre umbra, di Piegaro
Che attività svolgete?
A. Abbiamo un bar nostro di famiglia quindi ci lavoriamo noi, con mio padre, mia madre e mia sorella
Il famoso Bar del Maresciallo?
A. Si, mio padre era Maresciallo. Ed è per questo che ci siamo spostati un po’ in tutta l’Italia, poi alla fine abbiamo deciso di tornare in Umbria perché la mamma aveva qui le sue radici
Avete solo questa figlia? Solo Jenny?
A. No, ne abbiamo due. Sofia di 16 anni e Jenny di 12
Se dovesse raccontare la storia sportiva di Jenny, di come si è avvicinata a questa passione, da dove comincerebbe ?
A. Allora, le è sempre piaciuta la danza. Io ho obbligato tutte e due a fare nuoto. Quando sapeva nuotare bene mi ha detto “ora basta, posso fare quello che voglio io?” Guardando le Olimpiadi, nel 2012 mi ha detto. “Posso fare questo?” Era la ginnastica. Abbiamo cercato una scuola, la prima che abbiamo trovato è stata la Fortebraccio a Perugia, anche perché qui nella zona non c’è proprio niente
Quanti anni aveva Jenny
A. Aveva 8, un po’ tardi per questo sport. Proprio nel 2012 quando noi abbiamo iscritto Jenny è arrivata alla Fortebraccio l’insegnante Svetlana Vladimirovna Durdenevskaya e con questo ingresso la società si è trasformata, con lei hanno fatto un balzo di qualità notevole. All’inizio Jenny doveva essere allenata da un’altra insegnante,Adriana, poi vedendola fisicamente e visto che è uno sport che richiede caratteristiche fisiche , magrezza, scioltezza ecc, venne subito presa da lei per il settore agonistico. Il settore ne comprende 7/8 le più grandi, mentre delle piccoline ne allena molte di più.
L’insegnante di Jenny
Questa insegnante aveva fatto attività sportiva immagino?
A. Si anche lei è stata ginnasta e inoltre in Russia era il tecnico della nazionale giovanile.
Ha iniziato subito a gareggiare?
A. A 9 anni le prime “garettine” regionali a Spoleto e Foligno
Da subito ha dimostrato di essere promettente?
A. Si. Come ho detto prima era già un po’ tardi con l’età perche sarebbe meglio iniziare sui 4/5 anni quando le bambine sono più snodate. Aveva fatto in precedenza danza classica e la danza su questo sport aiuta molto. In più probabilmente ci sarà anche portata.
Quali sono state le prime occasioni in cui ha primeggiato ?
A. Ma all’inizio arrivava vicino al podio, poi dall’anno scorso in poi, sia a con la squadra che con il singolo ha cominciato a ottenere risultati. Diciamo che possiamo considerare dall’anno scorso a Torino agli internazionali
Dal punto di vista di tutto ciò che non è ginnastica ritmica cosa fa questa ragazza? ( Rivolti a Jenny)
Jenny. Rimane poco tempo
Quante volte ti alleni?
J. 4 ore quasi tutti giorni e qualche volta ci da un giorno di riposo settimanale
Che scuola fai?
J. Seconda media
Come va a scuola questa studentessa? (rivolti alla madre)
A. Molto bene sennò ginnastica non si fa. C’è stato un compromesso
Ti complica un po’ questa attività o ti serve come stimolo?
J. Un po’ mi complica
Quali sono le materie che ti piacciono di più a scuola?
J. Arte
Oltre che diventare la medaglia olimpica ( provocandola un po’) che altro vorresti fare da grande?
J. L’insegnante di ginnastica
Invece il papà come vive questa esperienza? Cominciamo dalle presentazioni
Luca: io mi chiamo Luca Bianconi
L. Inizio dicendo che è la madre che si occupa di tutto , compreso l’avanti e indietro con la Fortebraccio, a Perugia, visto il lavoro non possiamo dedicarci tutti e due a questa cosa e inoltre c’è anche Sofia che va comunque accompagnata e seguita per le sue esigenze. Adesso sono venute diverse soddisfazioni che non nego fanno piacere.
( Tornando a Jenny) Cosa pensi quando ti devi dare la spinta per ottenere risultati e miglioramenti, quando sei di fronte a un’esercizio, come ti carichi? C’è un segreto che ti aiuta?
J: C’è sempre agitazione ma anche l’allenatrice ci carica e ci dice che praticamente bisogna stare tranquille e che ogni passo, ogni movimento bisogna pensare con la testa e cercare di farlo al meglio possibile
Hai delle amiche immagino nel gruppo e chi sono le preferite?
J: Si, quelle che avevo anche nella mia squadra, Alice Rinaldi e Linda Pochini
Dal punto di vista delle categorie che è sempre una cosa complicatissima, lei adesso è un allieva?
A. Si, è all’ultimo anno
La fascia di età delle allieve qual è
A. 11/12 anni. Questo è l’ultimo anno per lei
Il prossimo anno che farà?
A. Diventa Junior e può fare o “specialità” o “categoria”. Diciamo “categoria” la possono fare solamente alcune ragazzine che sono brave in quasi tutto cioè corpo libero, palla, fune, nastro, cioè devono saper fare quasi tutti gli esercizi al meglio, mentre “specialità” la possono fare tutte quelle ragazzine che non hanno la possibilità di saper fare bene tutto ma ne fanno bene due o tre e allora si specializzano su quelle due o tre cose.
Tu Jenny in questo momento rispetto a questa evoluzione hai qualche idea, preferenza o aspetti che te la dia l’insegnante?
J: diciamo che specialità è un pochino più semplice rispetto a categoria, ma anche se è un po’ più difficile vorrei provare a fare categoria
Dopo che tu hai ottenuto questi buoni risultati con le amiche, a scuola o in genre, è cambiato qualcosa? Ti vedono in modo diverso, lo sanno cosa stati facendo?
J. Si, lo sanno. Tutti quanti mi hanno fatto un sacco di complimenti.
A. E’ carina perché torna a casa e mi dice: Mamma mi ferma la gente ma io non la conosco, mi fanno i complimenti e io non so chi sono. Evidentemente l’hanno visto sul giornale o nel web
Qualcuno ti ha chiesto gli autografi?
J: Si, i parenti
Io non me ne intendo di ginnastica ritmica, ma tu hai un atleta di riferimento, un tuo modello ?
J. Sono due, Anzi tre. Una però ha smesso adesso, ha fatto le Olimpiadi. Sono Yana Kudryavtseva , Alexandra Soldatova e Ganna Rizatdinova
I prossimi appuntamenti importanti, noi che ora ti seguiamo, che date ci dobbiamo segnare?
A. Le date non le sappiamo ancora. Adesso stanno preparando a squadra per i 3 cerchi, poi avrà il Trofeo Confsport, l’organizzazione nella ginnastica ritmica lascia molto a desiderare, noi riusciamo a sapere il giorno delle gare e l’orario appena una settimana prima.
L’organizzazione è Regionale, Provinciale? La Fortebraccio sta dentro l’organizzazione provinciale della ginnastica ritmica?
A. Si, noi siamo con Spoleto
Voi avete sostenuto questa attività di Jenny e come la seguite oltre all’accompagnamento giornaliero agli allenamenti. Quando ci sono le gare cosa organizzate un pullman ( scherzando)?
A. Noooo…. Di solito vado sempre io, e l’insegnante di questo è molto contenta , alcuni portano un sacco di gente e lei non vuole molto questa cosa
Tu Jenny i genitori, conoscenti o amici nel pubblico, durante le gare, come li vivi?
J. la mamma alcune volte aiuta
E la mamma come le vive?
A. Sto in ansia,è uno sport molto particolare, diverso da altri. Per esempio Sofia fa tennis e come tutti gli sport dove la gara dura a lungo tu hai modo di essere nervoso, di avere rabbia, di abbatterti e di riprenderti in due ore possono cambiare molte cose. Invece Jenny ha a disposizione un mimuto e mezzo. E in quel minuto e mezzo si gioca tutto …senza respiro.
Che musiche usate per l’accompagnamento?
A. le sceglie l’insegnante, ad esempio su palla Jenny usa un tango. L’insegnante è brava perché riesce a vedere le doti delle varie atlete e ci costruisce sopra tutta la coreografia e a quel punto ci abbina il vestito, la musica, tutto deve essere legato.
Bene, allora attendiamo che voi ci comunichiate le date dei prossimi appuntamenti. Il Corriere Pievese vi seguirà come un’ombra e adesso passiamo alle foto e ad immortalare questo nostro incontro.