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Iris Origo. Una donna ed un libro che parlano ancora ai nostri giorni

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Altre volte si è parlato a Città della Pieve di Iris Origo, della sua “Foce”, dei suoi libri e della sua esperienza di “azienda e vita sociale pilota” fra Chianciano e Montepulciano, negli anni trenta e fino alla passaggio del fronte della seconda guerra mondiale.

Ha fatto bene il vice sindaco Lucia Fatichenti a chiamarla, portando il saluto dell’amministrazione comunale, “una di noi” perché la sua storia pur provenendo dal lontano mondo anglosassone, grazie anche all’incontro con il marito, si calò con grande passione dentro i problemi delle nostre campagne mezzadrili, ancora tanto arretrate di quel primo novecento, cercando in quel quadro storico ed economico di costruire una piccola oasi di vita  economica e sociale molto avanzata.

A presentare questo diario inedito “Un Brivido nell’Aria. Vigilia di Guerra 1939-1940 “ edito da Passigli, con una prefazione dell’ambasciatore Sergio Romano, che ha conosciuto personalmente l’autrice, morta nel 1988, c’erano oltre lo stesso Romano, il giornalista Michele Serra e la nipote Katia Lysy, autrice anche della traduzione.

L’iniziativa fa parte del ricco e sempre interessante programma dell’associazione “Terre di Siena” che unisce da anni appuntamenti musicali con la riscoperta di personaggi appunto di grande valore storico.

Il libro doveva essere pubblicato pochi anni prima della morte della Origo, ma poi con la sua morte tornò dentro qualche cassetto ed anche negli appuntamenti successivi prevalse la riflessione sugli altri libri, sulla sua vita e la sua opera e questo diario pre guerra ha dovuto attendere diversi anni prima di vedere la luce delle stampe e del pubblico.

Ma sono invece pagine interessanti, come hanno ricordato Romano, Lysy, e Serra, soprattutto se letti alla luce del clima che si sta vivendo in questi giorni nel nostro paese. Il padre di Iris Origo volle che la figlia venisse educata in un clima culturale cosmopolita e lontano dai venti del nazionalismo che in quegli anni circolavano ovunque e che avrebbero portato alla prima guerra mondiale. Così come nel diaro di Iris si avverte, qualche decennio dopo,  tutta la pesantezza del clima di infatuazione nazionalistica che circolava in Italia prima della seconda guerra mondiale. Come dargli torto se ci hanno detto che quelle righe parlano anche ai giorni nostri? Cosi pervasi di un nazionalismo che rischia di dividere gli italiani e gli italiani dal resto d’Europa?

Noi torneremo su Iris Origo, le sue opere letterarie e le sue opere di vita. Ci torneremo parlando del libro che Passigli ha in programma di ristampare, “ Guerra in Val d’Orcia”, forse il più famoso, parlando della sua quasi autobiografia “Immagini e ombre” anch’essa con uno scritto di Sergio Romano. Ci torneremo parlando dei libri che sono stati scritti su questa affascinante donna, qui da noi, editi dalle “Balze” di Montepulciano, uno curato da Mariano Fresta “La Val d’Orcia di Iris” pubblicato nel 2003 e l’altro di Sandra Rosini “Iris Origo e la sua opera di assistenza all’’infanzia” stesso anno di pubblicazione. Sarà un modo di parlare, di noi, di una bella figura, di un bel progetto e delle tante facce della ricca civiltà dell’Italia di Mezzo. Quasi un vaccino.

(g.f)