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Intervista ad Andrea Possieri, segretario del Pd.

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Cominciamo un ciclo di interviste dal PD, primo partito pievese. Entriamo nella sede del PD a Palazzo Orca. C’è ancora appeso il quadro di Gagarin che seguì il trasloco dalla vecchia sede del PCI che stava sopra l’attuale farmacia. Andrea Possieri è il coordinatore del circolo del Pd di Città della Pieve centro storico. Dal 2009, quando ha sostituito Andrea Galletti. Nel 2012 il circolo ha 101 iscritti, in tutto il comune secondo Possieri dovrebbero esserci circa 350 iscritti. Possieri è stato vice segretario della Dc pievese dal 1984 al 1987.

Che impressione ti fa da ex DC stare ora nella sede del vecchio PCI come dirigente?

“ Non ho mai considerato il PCI come nemico, in politica esistono solo avversari, poi dopo la fine dei blocchi ho considerato la politica come un proseguimento delle esperienze precedenti con tutto il positivo e il negativo. Poi i due grandi blocchi si frantumarono al loro interno in diversi altri partiti. Io poi ero della DC di Zaccagnini, non ho mai considerato il PCI il male, ho condiviso molte cose che tuttora condivido. Sono sempre stato dalla parte dell’area sociale della D.C. dalla redistribuzione del reddito fino all’uguaglianza vera sono principi alla base dell’attuale centro sinistra.”

Veniamo all’oggi. Io dico che la casa brucia o la nave affonda. Per dire dell’Italia, non solo della politica.

Come vedi allora il PD mentre questa nave affonda?

Io quando sono entrato vedevo il PD come l’unica risorsa. Il documento del Lingotto del 2006 poteva essere stato scritto benissimo da Benigno Zaccagnini. Credevo in un modo nuovo di fare politica.

Poi una volta dentro ti accorgi che per parecchi il PD è servito per rifarsi una verginità, per mantenere un centro di potere e gestire un feudo, senza capire che portavano alla rovina una bellissima idea di fatto oggi l’idea del PD non c’è più, mi dispiace dirlo, ma ti sfido a trovare delle affinità con quello che era ilo documento fondativo del PD. Il Pd doveva avere una base popolare, io sono stato subito critico a livello regionale e provinciale perché la base doveva solo ratificare quello che era deciso dal vertice. per molto tempo la mia voce è stata nel deserto, per molti io ero quello matto della Pieve.

Una volta entrato e capito come stavano le cose, io per il mio carattere mi sono buttato a testa bassa e senza trionfalismi, con le primarie i risultati si sono visti.

Alla pieve c’era ancora nel PD chi mi guardava come il democristiano, chi diceva vedrai che fugge. Qualcuno diceva che facevo la cassandra, ma già nel 2007 avevo capito la situazione che si è venuta a creare con la vicenda dei franchi tiratori. La politica che abbiamo conosciuto noi era un’altra cosa rispetto alla politica di adesso. Quello che mi fa rabbia è che per molti noi dobbiamo dire sissignore perché vieni dalla pieve e da un circolo lontano dai soliti centri di potere della regione. Faccio parte dell’assemblea comprensoriale. Altro non m’interessa. Il mio confine va dalle Tre Berte al Cetona a Piegaro. Io mi accontenterei di riuscire a cambiare qualcosa qui alla Pieve.

Che vorresti cambiare?

Innanzitutto il modo di fare politica qui a Città della Pieve.

Cioè?

Devo dare atto che l’attuale sindaco da un po’ di tempo a questa parte ha cambiato passo. anche se io sono tre anni che gli dicevo cambia passo. e con piacere devo dire che sta andando anche contro i modi di pensare che sono duri a morire.

tipo?

la lotta sull’ospedale mi sembra chiara ed evidente.

quando leggi su prima pagina manganellate sulla regione qualcosa vuol dire e a qualcuno questo non piace.

qualcuno pensa ancora che sia un dogma l’operato della regione. un modo di pensare vetusto ma che ancora esiste.

la soddisfazione più grande in questo tuo incarico?

ancora non c’è (e ridiamo! ndr) la soddisfazione più grande e che tutto il “mondo” sapeva che io ero il primo rottamatore del Trasimeno, anche se rifiuto i comitati perché il partito non è ancora pronto per averli. non capisco iniziative fatte in nome di Renzi o Bersani, quei momenti sono passati. fatto un congresso un comitato non deve più esistere. non sono contento quando vedo un manifesto in cuoi il comitato Renzi organizza qualcosa fuori dalla primarie.

il rammarico invece?

per ora niente perché una volta capito come funziona si tratta solo di avere tempo e lavorare bene.

sta andando come purtroppo era previsto. il rammarico può essere che alcune cose chiare e lampanti che la base capisce non sono capite dalla dirigenza.

per esempio?

con me i grillini non sarebbero nati, le cose che il cittadino comune si aspetta non ci vuole tanto a farle, per esempio l’abolizione del finanziamento pubblico dei partiti. il taglio dei benefit ai politici, il divieto di più di due legislature anche se sei un luminare.

parliamo della Pieve…..

perché sull’ospedale siamo arrivati a questo punto, di chi sono le responsabilità.

perché abbiamo fatto i peones. per troppi anni, alcune scelte fatte negli anni passati non sono state oculate, per miopia politica, troppa fiducia nelle persone che avevi davanti, poi disattesa?

paura di perdere voti..

chi amministra non deve avere paura di perdere voti. chi amministra deve avere paura di non fare scelte. se non scegli scontenti tutti se scegli qualcuno lo accontenti.

allora l’ospedale unico è un discorso chiuso?

no. noi abbiamo ricevuto proprio in queste ore un documento fatto dalla direzione regionale del partito, dove dietro nostre richieste, non chiude la possibilità dell’ospedale unico, però visti i tempi di magra nessuno si aspetta di vedere la prima pietra.

ospedale unico nuovo o in quello di castigliane?

ospedale unico nel vecchio ospedale è una barzelletta. non c’è possibilità di ampliamento, messa sistema.

non sono possibili investimenti, o nuovo o non si fa per niente.

e se non si fa per niente?

ragioniamo su come l’ospedale di città della pieve abbia un ruolo importante, come l’ha sempre avuto. il come fa parte di una discussione che è già cominciata ed è già stata al calor bianco..

fra chi?

fra la Pieve e il resto del mondo. il fatto che alla Pieve partito e amministrazione sono sulla stessa lunghezza d’onda mentre altro sono su posizioni diverse è un fatto. C’è poi una legge dello stato che prevede che ospedali sotto i 120 posti letto non possono essere fatte, salvo deroghe particolari. Né Città della pieve né castigliane possono avere più di 120 posti letto, non hanno gli spazi fisici. non so bene cosa i tecnici si stanno inventando, ma la soluzione va trovata a questo problema.

l’assessore regionale come si colloca dentro questo problema?

l’assessore regionale è la bellezza di circa un anno e mezzo che non mette più piede a Città della Pieve.

tira le conclusioni.

in passato questa zona ha avuto consiglieri regionali e vice presidenti e assessori provinciali, adesso chi sono i riferimenti a livello regionale.

il Pd del Trasimeno attualmente non ha nemmeno un coordinatore.Torrini ha dato le dimissioni prima delle elezioni, io tra l’altro fui, al congresso un suo oppositore abbastanza forte. poi c’era un dialogo perché come uomo lo stimo. persona impagabile, integerrima, onesta, ma con una visione comprensoriale tutta sua., che configgeva con quella mia. poi date le dimissioni per sei mesi siamo stati senza poi la presidenza è stata messa insieme alla segreteria per preparare il congresso a oggi siamo lì. non esiste ancora un organismo comprensoriale politico.

secondo te ha senso ancora il comprensorio?

io dico dl comprensorio quello che si potrebbe dire dell’Europa. Così com’è non ci serve è meglio che ne veniamo fuori, così il comprensorio, così non serve, meglio venirne fuori, tu che ne pensi?

ma un organismo politico che non si occupa di politica la dice lunga..dovrebbe dare l’imput ai comuni e a cascata al resto, dovrebbe essere la terza provincia dell’Umbria.il comprensorio del Trasimeno ha 58.000 abitanti.

storia vecchia…

ma io sono un vecchio sognatore, se ci fosse una strategia precisa il Trasimeno non sarebbe nelle condizioni in cui è, io ci credo in un organismo comprensoriale il problema sono quelli che dicono di crederci e non fanno niente per farlo.

il comprensorio come strumento per carriere personali è stato un successo, il comprensorio come realtà di piccoli comuni che si associano per gestire servizi e realizzare un progetto e un potere contrattuale più grande è stato un fallimento.

a oggi la lettura che hai dato te non è cambiata per niente anzi direi che è peggiorata. io ho votato a favore del comprensorio perché credo nella sua funzione.

non è forse arrivato il momento di fare un altro tipo di arginamento anche territoriale?

noi ci stiamo lavorando già da un paio di anni. abbiamo preso contatto con altre realtà che non fanno parte del Trasimeno, per esempio dell’orvietano. credo che ciò siano più legami e interessi della pieve con l’alto orvietano e lassa senese che con il Trasimeno. penso alle scuole o a strutture che potrebbe dare quello che una volta dava l’ospedale.

torniamo alla pieve. siamo a pochi mesi dalla fine della legislatura del comune 2009 2014. che cosa è mancato secondo te in questa esperienza?

intanto credo che un sindaco sfortunato come Riccardo non ci sia stato. diventa sindaco nel pieno di una crisi spaventosa, diventa sindaco è c’è la nevicata più grande da cinquanta anni, diventa sindaco e alluvioni, frane e ogni ben di Dio. senza il supporto della finanza regionale perché non c’è una lira, nel complesso secondo me ha fatto quello che poteva fare. io mi aspetto per il futuro alcune decisioni abbastanza forti. che prima o popi bisogna decidere. parlando di turismo se continuiamo come oggi non sono grandi prospettive di crescita. se si trova il sintema di utilizzare tutto il ben di dio che ci hanno lasciato i nostri vecchi allora…in maniera diversa da come è fatto ora. il circuito museale così come non porta benefici. il territorio così com’è gestito non porta benefici.

fammi un paio di esempi sul turismo..

il percorso museale che sia a trecento sessanta gradi su tutto il paese.

oggi è a un quinto. il territorio è sottoutilizzato perché non è sponsorizzato. in toscana hanno fatto un fiore all’occhiello del loro territorio, dai sentieri ai parchi, noi siamo ancora agli anni sessanta. le scelte sul futuro. è chiaro che non verranno da noi fabbriche. sentivo con attenzione Sgarbi quando è venuto e ha detto che le opere d’arte possono dare lavoro. noi a oggi non facciamo niente. abbiamo cinque perugini, due pomoranci, il savini, altre opere di pregio. noi continuaiamo a parlare di cultura quando si tratta di fare eventi di un certo tipo. e poi magari il restauro del battesimo del perugino non l’abbiamo valorizzato. abbiamo un santuario mariano non sfruttato per un certo tipo di turismo.perchè non cominciamo a parlare con il padrone di casa di quella roba.il Palio stesso è sottovalutato.

che si deve fare?

Intanto deve diventare manifestazione storica e non essere classificato come sagra.ufficialmente è inserito nelle sagre e non nelle manifestazioni storiche. E uno dei compiti del Comune dovrebbe essere proprio quello. uno dei punti principali di un programma politico dovrebbe essere il palio. il palio muove tre milioni di euro. in una realtà come la nostra è una grossa economia. grazie al palio ci sono altre tre manifestazioni che riportano gente alla pieve.

e veniamo allora al comune e alle prossime elezioni, secondo te il Pd è orientato a una riconferma di Manganello?

il non PD non lo so perché non ne abbiamo ancora parlato.

Possieri?

Possieri appoggia il sindaco manganello per una sua riconferma, tenendo conto che, per statuto e per credo, che se ci sarà qualcuno che chiederà le primarie io voterò per fare le primarie.

in continuità con l’attività svolta in questi cinque anni?

qualche cosina io la cambierei.

nei programmi o negli uomini?

nei programmi e negli uomini o nelle donne io lo cambierei.

tu ti vedi coinvolto personalmente in questo rafforzamento?

io sono momentaneamente il coordinatore del circolo del centro storico. da grande vorrei fare il nonno e da grande vorrei fare il vaccaro.

Che dice Giuliano, tuo padre di questa tua esperienza come dirigente politico?

a volte dall’alto della sua esperienza politica, ha ottanta anni suonati, si rende conto che il PD doveva essere un’altra cosa. si rende conto che l’attuale dirigenza del Pd poteva essere il portaborse del portaborse del portaborse di quella di un tempo. Non sanno nemmeno da quale parte si comincia un’organizzazione del partito. e purtroppo anche noi localmente ci arrabbiamo, contestiamo ma poi in troppi pieghiamo la schiena. A me non sta bene.

a cura di Gianni Fanfano