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Intervista a Cucinelli: « Mi piace essere definito una persona per bene »

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Orari di lavoro limitati e investimenti per migliorare la vita nell’oasi di Solomeo, il borgo medievale in provincia di Perugia che ospita la società conosciuta – oltre che per i suoi vestiti- per i buoni risultati economici e per una filosofia molto sensibile alla vita privata dei suoi dipendenti e al miglioramento delle condizioni del paese che la ospita. Il modello di “capitalismo etico” adottato da Brunello Cucinelli ricorda quello di Adriano Olivetti e di altri grandi imprenditori italiani illuminati del secondo dopoguerra che ritenevano – come ritiene l’imprenditore del cashmere – che «per chi lavora la dignità è più importante del pane ».

Presidente Cucinelli, che effetto le fa essere accostato ad Adriano Olivetti?

Mi onora moltissimo. Il pensiero e l’opera di Olivetti li ho conosciuti da grande e mi hanno insegnato molto, a cominciare dal riconoscimento della dignità del lavoro.

Una dignità che Lei non dimentica mai. La sua filosofia aziendale prevede che i suoi impiegati facciano una pausa mensa di un’ora e mezza, finiscano il lavoro alle cinque e mezza e non si mandino email di lavoro fuori orario, per «conservare la propria energia creativa».

Oggi lavoriamo moltissimo, forse non abbiamo mai lavorato così tante ore. Rispetto al passato dobbiamo calcolare anche i tempi di spostamento, da e per il luogo di lavoro. Parliamo di 10-12 ore complessive. Non è facile conservare la propria energia creativa. Einstein sosteneva che un essere umano resta veramente concentrato circa 5-6 ore al giorno. Io la penso allo stesso modo.In quel lasso di tempo dobbiamo tirare fuori il meglio.

La Cucinelli ha archiviato il primo trimestre con ricavi in aumento del 9,1% a 121,8 milioni di euro e prevede per l’intero anno una crescita a doppia cifra di utili e fatturato. Crisi o non crisi, insomma, Cucinelli fa sempre la differenza per la qualità e la bellezza dei suoi prodotti. Èl’innovazionel’ingrediente del successo?

Ho sempre pensato che noi italiani dovessimo produrre in tutti i settori cose di qualità. Nella nuova mappa mondiale del lavoro vi sono da una parte-un po’ in tutti i settori prodotti riconoscibili, costosi, esclusivi, con molta manualità e artigianalità e da un’altra parte prodotti molto industriali, sempre più a buon mercato e un’offerta superiore alla richiesta. Noi dobbiamo puntare a stare sempre nella prima parte.

In maggio ha inaugurato un parcheggio con vista sulla valle di Solomeo, la sua oasi di innovazione di cui parlerà oggi al festival dell’Economia di Trento. Quanto conta l’innovazione nella vita di un’azienda?

Tantissimo. L’innovazione – coniugata con umana sostenibilità-è un valore che porta alla genialità. In un’azienda di successo non ci sono solo pochi geni.Tutti i dipendenti dell’impresa –nel nostro caso 1.500 anime pensanti-portano un diverso grado di genialità sia come intensità sia come forma. L’innovazione è la nostra quotidianità, viene dalla mente e dalle mani

II 6 maggio scorso il ministro Boschi ha sottolineato che Lei è un “esempio per l’Italia”. L’Italia è pronta a seguire questo esempio?

La credibilità del nostro Paese è tornata a essere molto alta. È il momento di creare un ambiente veramente favorevole all’impresa, cominciando ad accorciare i tempi della giustizia: le dispute economiche devono essere risolte con più velocità. È l’unica cosa che chiedono gli investitori, anche quelli esteri. Molte aziende internazionali – come Ibm, Cisco, Apple – hanno deciso di fare investimenti in Italia perché hanno ritrovato fiducia nel nostro Paese. Secondo loro i nostri giovani sono i migliori al mondo nella capacità di gestire l’imprevedibilità delle cose. Un giudizio che mi trova perfettamente d’accordo. Sono loro il nostro investimento migliore.

Lei ritiene che gli italiani siano un modello culturale. E ricorda come la nostra storia, formazione e creatività siano un esempio. È anche per questo che quest’anno ha previsto un “bonus “.

Sì, perché viviamo in un mondo caratterizzato da un rumore informatico insopportabile. Possiamo curarlo soltanto con la cultura. Perché la cultura è da sempre il nutrimento della civiltà, il sale della terra. Mi piace pensare che il denaro riveste un vero valore solo quando è speso per migliorare l’esistenza e la crescita dell’uomo. Non a caso nella causale del premio elargito ai miei collaboratori ho voluto scrivere : “Affinchè fiorisca la cultura”.

Nel 2012 la società si è quotata in borsa con successo, nel 2014 le vendite sono aumentate del 10,4% e ora l’azienda ha un valore di mercato di circa un miliardo di euro. Cosa c’è ora nel futuro immediato della sua azienda?

 Sempre la stessa cosa, l’estrema modernità del prodotto. E non c’è altro se non il credere in un unico brand italiano, che è questo. Non ci sono acquisizioni in vista.

Su Brunello Cucinelli ho trovato mille definizioni : stilista, imprenditore del cashmere , filosofo, umanista, contadino. filantropo, rivoluzionario moderato, mancato religioso, trascinatore, persona per bene. Quale definizione le piace di più?

Certamente l’ultima. Anche per rispetto aIla storia della mia famiglia e ai valori che mi ha trasmesso. Socrate dice che se la morte fosse la fine di tutto, per ¡ cattivi sarebbe una fortuna: morendo si libererebbero dal corpo e dalla loro cattiveria che sparirebbe con la loro anima . Se invece la morte non è la fine come io credo – non si ha altra scelta che quella di rendere l’anima il più possibile eccellente e intelligente. Ecco, voglio continuare a vivere cercando di stare dietro agli insegnamenti di Socrate.