Home Argomenti Politica Inedito del CP. Come eravamo,Togliatti chiede un aumento. Natta lo nega.

Inedito del CP. Come eravamo,Togliatti chiede un aumento. Natta lo nega.

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Siamo nel 1963. Due lettere, Una di Palmiro Togliatti, l’altra in risposta di Alessandro Natta. Con la prima Togliatti, in minuta e scritta a mano, chiede un aumento di stipendio per l’ innalzarsi del costo della vita. Lo chiede  attraverso la diminuzione delle trattenute sull’indennità parlamentare che il partito riscuoteva per suo conto ( pari al 32% ). La seconda è di Natta che gli risponde che non è possibile e che le condizioni rimarranno inalterate compresi i versamenti diretti che Togliatti dovrà fare alla amministrazione della Camera per gli oneri riflessi.

Fin qui, per un giovane di questo ventunesimo secolo,  sembrerebbe un normale scambio di corrispondenza, fra datore di lavoro e dipendente. Se non si sapesse, appunto, chi sono i due che si scrivono. Sono due dirigenti storici del PCI.  Togliatti è stato segretario generale del partito fino alla sua morte nel 1964, leader indiscusso del più grande partito comunista d’Europa  nell’immediato dopoguerra, nella fase costituente  e nella costruzione dell’Italia Repubblicana e democratica. Il secondo al tempo tesoriere del partito è stato tra i massimi  dirigenti e segretario nazionale alla morte di Berlinguer nel 1983.

Sono due documenti che ebbi, ormai diversi anni fa,  tramite l’amicizia di Roberto Bonchio e Dunja Badnjevic, in possesso di un loro caro amico, e che ho ritrovato sistemando le carte, in questi giorni, mentre sistemavo  lo studio di casa. Ho voluto pubblicarli perché rendono,  molto concretamente, bene l’idea della differenza dei tempi. Nella politica, ma non solo.

Oggi  l’attività politica è diventata, come da anni rivelano le cronache , per molti, occasione di arricchimento, spesso al di fuori di ogni legge giuridica e regola morale. Negli anni di questi documenti era,  ancora, anche ai massimi livelli, pur trattandosi di cifre che certamente non erano alla  portata di un operaio o di un bracciante, ma sicuramente non con la sproporzione di oggi, una attività rivolta alla ricerca del bene comune e soprattutto soggetta ad un controllo, da parte dei partiti che mirava al bene comune, prima che agli interessi personali .

Una lezione che abbiamo voluto riproporre, come se ce l’avesse portata, in mezzo alle sfolgoranti, già presenti,  luci natalizie,  un saggio Babbo Natale d’un tempo che fu.

Gianni Fanfano

corrierepievese@gmail.com