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Il nuovo e il meno nuovo che avanza darà risposte agli italiani?

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Una persona del popolo che non segue particolarmente la politica, per anni ha ragionato, prima di accingersi a votare nel seguente modo. Sono un operaio, un piccolo imprenditore, un disoccupato, appartengo ad una fascia della società vulnerabile e a rischio povertà: voto a sinistra perché dichiaratamente e nei fatti la sinistra si adopera a tutelare i miei diritti sociali e di dignità. Qualcuno più informato o “appassionato” di politica si spingeva a contemplare un disegno più ampio ritenendo che quel tipo di pensiero politico portasse ad un apparato di leggi, ad un’organizzazione del lavoro e di una serie di conquiste sociali che alla fine avrebbe giovato alla società intera.

Questa parte di popolo era ben distinguibile perché contestava tutto, compresa la tradizione in quanto tale. Si scagliava contro l’ordinamento sociale così com’era in nome di un rinnovamento radicale di tutta la società. La stessa religione veniva avversata come una sorta di parentesi oscurantista. Un’altra bella fetta di popolo, più legata alle tradizioni, vicina alla chiesa e al clero. Si identificava nel militarismo e ad una forma più rigida dei valori della famiglia. Riteneva inoltre che il capitalismo garantisse migliori condizioni di vita e che una società prosperasse nel suo insieme, maggiormente, rispetto a quei paesi che si organizzavano in senso “socialista”. In altre parole DESTRA e SINISTRA. Concezioni legittime intendiamoci.

Dal dopoguerra con una sorta di continuità storica, le due fazioni hanno vissuto alterni successi e insuccessi. E poi in misura diversa sono sfociate negli anni settanta in forme di terrorismo. In seguito, ai primi segni di inadeguatezza e obsolescenza, le due ideologie hanno fatto una sorta analisi adeguandosi ai tempi e alle esigenze sociali che cambiavano. Tuttavia ancora il popolo si identificava nei due schieramenti. Nelle ultime elezioni invece si è verificato un fatto impensabile nella sua portata Come quando cadde il muro di Berlino. I politici e gli strateghi di politica internazionale si interrogavano sulle sorti e il significato del muro e quattro o cinque ragazzi con picconi e martelli lo demolirono sotto gli occhi increduli dei militari di guardia. Alle elezioni è successa la stessa cosa. Il popolo è sempre avanti e i partiti, nella loro lentezza ideologica e burocratica non reggono il passo. E questo riguarda sia la destra che la sinistra visto che hanno vinto due fazioni che per certi versi sono molto somiglianti e che, almeno a parole si dichiarano ne di destra ne di sinistra. La sinistra poi, ha celebrato una sorta di funerale visto che anche nelle regioni tradizionalmente rosse, come Umbria, Toscana, Emilia, hanno perso consenso. E questo non può essere imputato a Renzi visto che, la nuova formazione Liberi e Uguali che riteneva di rifondare gli ideali di sinistra ha fallito miseramente.

Come è impensabile che i risultati così eclatanti del M5S possano essere tutti attribuiti alla voglia di assistenzialismo del sud . Al sud, anche imprenditori, professionisti e intellettuali hanno votato M5S. Quindi in tutta la nazione, il segnale di radicale cambiamento è più che lampante. Ma ora, ammesso che si riesca a fare un governo, che eserciti la sua funzione, i vincitori delle elezioni, riusciranno a dare forma e sostanza a quello che hanno promesso in campagna elettorale? Gli elettori avranno qualche risposta alle loro impellenti istanze. Sarà tutto da vedere. L’impressione è che i nuovi e meno nuovi schieramenti usciti vincitori dalla tornata elettorale, abbiano dato risposte semplici a problemi complicati. Non vorrei che ancora una volta la politica non riesca a stare dietro alla società che evolve. E ancora una volta siano disattese le istanze della popolazione già stremata dalla lunga crisi che stava (?) lasciando alle spalle… Penso che il futuro della politica italiana e europea sia sovrastato da un grande punto interrogativo.

Nunzio Dell’Annunziata