Home Argomenti Economia Giovagnola “Nell’assemblea dei soci del 21 Maggio si decide sulla fusione”

Giovagnola “Nell’assemblea dei soci del 21 Maggio si decide sulla fusione”

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Sabato 21 maggio e Domenica 22 maggio le assemblee dei soci di Crediumbria a Moiano e di Credito Cooperativo Umbro a Mantignana,  decideranno sulla fusione delle due banche. Sulla importanza di questo appuntamento interviene il Presidente Palmiro Giovagnola. Nei prossimi giorni pubblicheremo altri contributi.    (N.d.R)

“L’assemblea rappresenterà il momento conclusivo di un percorso avviato da tempo e segnato dalle seguenti tappe principali.

In ottobre, presso la sede di Bankitalia di Perugia viene sottoscritta, da parte dei presidenti delle due Bcc, una “lettera di intenti”, unanimemente approvata dai rispettivi consigli di ammi- nistrazione, nella quale vengono fissati una serie di elementi con l’obbiettivo di giungere ad una fusione per “unione” tra la Bcc Crediumbria e il Credito Cooperativo Umbro-Bcc Mantignana. Agli inizi di gennaio i due Consigli di Amministrazione approvano il “Progetto di Fusione” che viene depositato in Bankitalia per ottenere la prescritta e indispensabile autorizzazione della stessa.

Tra il 29 gennaio ed il 12 febbraio il progetto viene presentato in tre incontri con i soci, rispettivamente ad Orvieto, Terni ed infine Moiano.

Nei primi due incontri si registrano consensi unanimi sulla proposta. A Moiano oltre a consensi si registrano anche alcuni interventi che esprimono dubbi. Nel complesso delle tre iniziative il Consiglio di amministrazione ha raccolto un amplissimo consenso sull’operazione e di conseguenza una spinta ad andare avanti. Il 30 marzo, Bankitalia, con un provvedimento a firma del Governatore Visco, autorizza le due Bcc a procedere alla fusione. La settimana successiva i due Consigli di Amministrazione, sempre all’unanimità, deliberano di procedere alla convocazione delle assemblee straordinarie, per il 21 maggio quella di Crediumbria e per il 22 quella di Mantignana.

Nel frattempo, come si riferisce in altra pagina di questo giornale, il Parlamento ha approvato la legge di riforma del Credito Cooperativo, avviando così un percorso al termine del quale (2 anni) il movimento, e le singole Bcc, o se preferite le ex Casse Rurali, saranno profondamente modificate, dovendo sottostare ad un unico gruppo nazionale del Credito Cooperativo, con il quale si pensa di proiettare il nostro mondo nel futuro. Un futuro che è già iniziato e che vede l’industria bancaria in corsa per profonde trasformazioni anche con provvedimenti fatti di lacrime e sangue (fallimenti, fusioni forzate, esuberi di personale, chiusure di filiali).

Un percorso che anche il nostro gruppo dovrà avviare, pena la messa in discussione della permanenza nel mercato del credito cooperativo in quanto tale.
 In due incontri nazionali svoltisi nei giorni scorsi si è cominciato ad abbozzare le linee di quello che sarà il Nuovo Credito Cooperativo. Si comincia a parlare di settemila esuberi nel personale, circa 500 filiali da chiudere, ridurre a 5-6 le Federazioni in Italia, ridurre da 364 a 100 le Bcc operanti nel territorio nazionale. Questi non sono provvedimenti in vigore, lo diventeranno da qui a due anni, ma indicano già con chiarezza quale sarà lo scenario che saremo chiamati a gestire, volenti o nolenti.

Con le assemblee del 21 maggio e del 22(Mantignana), in estrema sintesi, i soci saranno chiamati a sciogliere il seguente dilemma: scommettere sul futuro puntando ad essere una delle 100 Bcc che rimarranno in Italia, votando quindi per la fusione, oppure fermarsi a difendere lo stato attuale, già superato dalla storia, bocciando la fusione, relegando così la nostra azienda ad entrare nel gruppo delle 260 Bcc che verranno accorpate ad altre. La scommessa sta tutta qui. Ritengo quindi che dovremo avere il coraggio di andare avanti. Lo stesso coraggio che abbiamo avuto nel passato quando abbiamo portato a termine le fusioni con la Bcc di Ficulle, prima e con quella di Terni poi.

Ci è arrivata l’informazione che è stato costituito un comitato per il no alla fusione.
Una iniziativa che tende a cavalcare le legittime paure di alcuni, che capisco, anche perché spesso vengono usati argomenti falsi se non anche diffamatori, per sostenere la tesi del no. Una iniziativa inoltre, con la quale alcuni soggetti tendono a consumare vendette per presunti torti subiti.

Noi continuiamo a difendere il progetto, con una banca che ha le nostre stesse caratteristiche dimensionali, che non presenta criticità di bilancio, che è in possesso di requisiti patrimoniali assolutamente nella norma. Che ha chiuso il bilancio 2015 con circa un milione e duecento mila euro di utile. Bilancio certificato dalla stessa società di revisione che ha certificato il nostro.

Una banca che è stata ispezionata da Bankitalia nel 2013 e che è uscita con una valutazione migliore di quella che abbiamo conseguito noi a seguito della ispezione che abbiamo avuto a cavallo tra la fine del 2014 e l’inizio del 2105. Al termine del lavoro insieme ad osservazioni varie Bankitalia fa anche una classifica numerica che va dall’1 al 6, dove uno sta per ottimo e sei per pessimo. Nella suddetta ispezione Crediumbria ha conseguito la valutazione di 4, Mantignana la valutazione di 3.

Il progetto di fusione è stato prima auspicato e poi avallato da Bankitalia dopo un lungo lavoro di analisi degli elementi forniti a supporto dello stesso, soffermandosi in particolare sui requisiti patrimoniali, sugli aggregati economici, sugli indici di rischiosità ritenendo il tutto meritevole di accoglimento autorizzando così la fusione che altrimenti sarebbe stata vietata. Insieme costruiremo una azienda di importanti dimensioni, legata al territorio di appartenenza, con coefficienti patrimoniali adeguati per sostenere le famiglie e le imprese della nostra Regione, per dare il nostro importante contributo alla ripresa economica che ancora stenta a consolidarsi, per candidarsi ad essere una delle 100 Bcc del futuro e non una delle 260 destinate a scomparire.

Un progetto che sta ottenendo consensi da parte delle istituzioni regionali e locali, da parte di Confcooperative e delle altre associazioni di categoria.”

Palmiro Giovagnola

Presidente di Crediumbria