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Con la “rimpatriata” cresce anche il libro “Salci nel ricordo dei suoi abitanti”

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Una vera e propria festa: persone che si cercavano, si chiamavano, si meravigliavano questo quanto avvenuto domenica 17 aprile intorno a mezzogiorno, presso il ristorante Il Focolare di Fabro, dove il ritrovo era stato organizzato dall’impagabile lavoro di ricerca di telefoni ed indirizzi da parte di Simonetta e Patrizia, due salcesi amanti del loro piccolo ma importante paese, che oggi, proprietà privata, è in stato di abbandono. I vecchi abitanti furono costretti ad abbandonare le abitazioni nella metà degli anni ’70, dopo l’acquisto del paese e dei poderi circostanti da parte dell’attuale proprietario. I vari tentativi per evitare la fine di Salci come paese non hanno portato mai a nulla. I salcesi però hanno continuato a sentirsi, ad incontrarsi anche se mai così tanti. Erano in più di 70 ed alcuni non si vedevano da 55 anni; provenienti da vari parti d’Italia, dove per lavoro o per affetti si sono trasferiti: Torino, Milano, Lucca, Roma, Firenze tanto per citarne alcune. Tra i presenti anche il meteorologo, colonnello Mario Giuliacci, originario di Salci e come tutti i commensali ancora fortemente legato alle sue origini.

Tra i ricordi e le foto che giravano per i tavoli, un nuovo lavoro: la realizzazione di un libro “Salci nel ricordo dei suoi abitanti” voluto dai ragazzi dell‘Istituto “Calvino” di Città della Pieve ed in particolare del Presidio del Volontariato “Insieme si può”, operante al suo interno, che iniziato sui ricordi di alcuni salcesi sta ancora raccogliendo esperienze e rievocazioni. Iniziativa altamente apprezzata da tutti i presenti. Il libro verrà pubblicato a breve e sarà fruibile anche come e-book grazie all’interessamento del CeSVol di Perugia, della Regione dell’Umbria, delle Associazioni pievesi Accademia “Pietro Vannucci” e Gruppo Ecologista “Il Riccio”. Presente all’incontro anche il Sindaco di Città della Pieve che ha ringraziato gli organizzatori ed i partecipanti per questo momento indimenticabile. Ha parlato di un eccezionale incontro di “paesani senza più un paese” per un insieme di vicissitudini ed anche di errori commessi. Solo alcuni di loro si erano incontrati ad un altro raduno, questa volta a Città della Pieve, nell’ormai lontano 1995. I salcesi salutandosi si sono promessi altri appuntamenti tra cui sicuramente la presentazione del libro che il Presidio del Volontariato si impegna a far pubblicare.