Home Argomenti Politica Città della Pieve. Si chiude l’Ospedale. Si apre la Casa della Salute

Città della Pieve. Si chiude l’Ospedale. Si apre la Casa della Salute

Condividi

Città della Pieve. Dopo che per diverso tempo si è continuato a chiamarlo ospedale, anche se dei servizi previsti in un ospedale, benché di primo livello, ci fosse rimasto ben poco, nella assemblea di martedì a Sant’Agostino, per la prima volta i servizi sanitari ancora presenti a Città della Pieve, e quelli che si prevede di realizzare, sono stati chiamati con il loro nome e cioè “Casa della Salute”.

Ad illustrare, ancora una volta per quanto riguarda i tempi e i contenuti previsti c’era un  gruppo  particolarmente nutrito. La presidente Marini, l’assessore Barberini, il direttore dell’assessorato Orlandi, il direttore generale della ASL 1 Casciari, con il sindaco Scricciolo che faceva gli onori di casa.

Il Sindaco Scricciolo nel suo intervento di introduzione ha tenuto a precisare che quello che era stato da lui concordato con la Regione e la ASL sta per essere realizzato, anche se rispetto a prima sono cambiati alcuni interlocutori. Del resto a lui non si può attribuire la responsabilità di altro, per esempio, ha detto che sono cambiati i tempi e i parametri per la definizione degli ospedali o che sia stato persa l’occasione dell’ospedale unico.

Il primo ad intervenire è stato Casciari, direttore della Asl,  che ha illustrato nel dettaglio, cosa sarà la “Casa della Salute” di Città della Pieve. 2,6 milioni di euro di lavori più 900 mila di arredi e attrezzature

I servizi che saranno realizzati, ha continuato prevedono la realizzazione dei circa 50 posti letto previsti, la realizzazione di una emergenza con il 118 e l’avvio dei lavori nei tempi previsti. Apertura del cantiere a marzo e conclusione dei lavori entro il 2018.

Ci sarà il potenziamento dei servizio di radiologia con l’inserimento di una risonanza magnetica di ultima generazione. 20 posti letto di riabilitazione. Servizio odontoiatrico per la popolazione infantile. 20 posti letto di RSA.  Servizio 118 per 24 ore con medico ed infermiere e con la novità che ci sarà la dotazione di un elicottero per i trasferimenti in centri specialistici, da utilizzare su scala interregionale.  14 posti letto per il servizio per i disturbi dell’alimentazione. Ambulatorio chirurgico di oculistica. Due palestre per la riabilitazione Punto di prelievo Poliambulatorio specialistico dal 1 marzo più 60 ore al mese Ambulatorio oncologico e di salute mentale Potenziamento del consultorio materno infantile

Walter Orlandi ha parlato dei parametri previsti dalle ultime normative a proposito di Ospedali e si è chiesto anche quanti degli attuali ospedali sopravviveranno.

Barberini ha ripetuto che la Regione Umbria è all’avanguardia nella programmazione sanitaria e che va superata l’impostazione “ospelocentrica” ( cioè che vede solo nell’ospedale la risposta ai bisogni di salute), così come che senza numeri e casistica non si garantisce la qualità delle prestazioni mediche in nessun ospedale.

Catiuscia Marini nell’intervento conclusivo ha ricordato di avere mantenuto di fatto fede al progetto presentato qualche tempo fa e soprattutto la notevole mole dell’investimento che sarà realizzato.

L’ora di inizio particolarmente tarda ( le 18,30 ) con i quattro  (lunghi) interventi preordinati, hanno fatto in modo che non solo non vi fossero contestazioni, ma nemmeno le domande che potevano esserci da parte del pubblico.

Domande a coloro che hanno parlato della Regione o a chi ha amministrato i nostri comuni negli anni decisivi, quando fu presentato e non realizzato il progetto di Ospedale unico del Trasimeno. Perché se è vero, come dice il dottor Orlandi che secondo i parametri del governo in Umbria basterebbe, in teoria, un solo ospedale, allora qualcuno avrebbe dovuto spiegare, non solo  perché ne sono stati fatti diversi ultimo dei quali quello di Pantalla, ma addirittura se ne programma oggi di farne un’ altro a Narni, a pochi chilometri da quello di Terni. Si sarebbe potuto chiedere, che se è  tutta vera la logica dei numeri e dei parametri,  perché la si è applicata solo al Trasimeno ed in particolare a Città della Pieve? Perché nell’area del Trasimeno resta un ospedale, quello di Castiglione molto distante dai parametri di cui si parla e con il punto nascita in via di chiusura? E’ considerato già fra quelli che non sopravviveranno? Ma questa è già un’altra storia.

g.f