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Città della Pieve. Il Comitato per il Diritto alla Salute scrive alla Regione

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Il Comitato Civico per il Diritto alla Salute-Art.32 costituitosi a Città della Pieve in seguito alla chiusura dell’Ospedale Beato Giacomo Villa e del Pronto Soccorso, chiede con forza un’adeguata risposta sanitaria al reale fabbisogno degli abitanti di questo territorio sia in materia di presìdi di emergenza che di disponibilità di strutture ospedaliere di ricovero.

Intendiamo per “territorio” l’area del Distretto del Trasimeno (57.966 abitanti) a cui si aggiungono i Comuni fuori regione della bassa Valdichiana e i Comuni dell’Alto Orvietano che, per situazione geografico-viaria, da sempre fanno riferimento ai servizi sanitari della nostra zona. In altre parole, un luogo di confine diviso tra tre Asl (Asl Umbria 1 e 2, Asl Siena) dove, una volta congedato il progetto dell’Ospedale Unico, il diritto alla salute si è esaurito nella proposta di un Primo Soccorso con benefici (se pure) tutti da verificare.

In quanto a ospedali, resta faticosamente in piedi quello di Castiglione del Lago che tuttavia è una struttura piccola, con insufficienti possibilità di ampliamento data la collocazione topografica, e dove non si può neanche partorire a causa della chiusura del reparto di ginecologia e ostetricia avvenuta due anni fa.
Eppure, queste amene terre rientrano nella definizione di aree geograficamente e meteorologicamente ostili o disagiate, tipicamente in ambiente montano o premontano con collegamenti di rete viaria complessi e conseguente dilatazione dei tempi, come recita il Decreto n.70 del 2 aprile 2015. Pertanto, sempre nel suddetto Decreto si legge che : può essere prevista la funzione di Pronto soccorso, come descritta, in presidi ospedalieri di aree disagiate (zone montane, isole) anche con un numero di abitanti di riferimento inferiore ad 80.000 (punto 9.2.1 DM 70 2 aprile 2015). Nell’area del Trasimeno si registra inoltre una deficienza di circa 100 posti letto rispetto a quanto stabilito dallo stesso Decreto.

I risultati dei tagli selvaggi alla sanità sono sotto gli occhi di tutti tranne,sembra, quelli del decisore pubblico. Un decisore che peraltro si preoccupa sempre meno di coinvolgere i cittadini nell’elaborazione e attuazione di politiche che li riguardano. Rispetto al resto d’Europa il sistema italiano è sotto finanziato e le numerose incursioni legislative, di volta i volta erodono i fondi messi a disposizione. A fine del triennio 2018-20120 il rapporto rispetto al PIL sarà del 6,4% al di sotto di quella soglia che l’OMS ritiene critica ai fini del mantenimento di un buono stato di salute della popolazione.

La situazione sanitaria è critica. Crescono la preoccupazione e l’incertezza rispetto alle soluzioni finora proposte: un Punto di Prima Assistenza prima e di Primo Soccorso poi che non garantiscono un’ emergenza-urgenza adeguata alle reali necessità di un territorio disagiato. Un vero e proprio abbandono sanitario che a lungo -ma neanche tanto- termine rischia di favorire la desertificazione.

In nome dell’articolo 32 della Costituzione e di un Sistema Sanitario Nazionale Pubblico che per nascita e definizione tutela la salute di tutti i cittadini senza discriminazioni, il 9 novembre c.m abbiamo inviato la seguente richiesta a tutti gli organi regionali competenti, certi di un riscontro a breve termine:

1) il rispetto di quanto stabilito dal Decreto Legge 2 aprile 2015, no.70 in merito ai posti letto ospedalieri disponibili sul territorio.
Da ottenersi:

  1. a) con la realizzazione del già programmato ospedale unico
 oppure
  2. b) con l’utilizzo delle strutture esistenti a Castiglione del Lago e Città della Pieve, frazionando i reparti nelle due strutture

2) disponibilità di un vero Pronto Soccorso efficiente e adeguato alle reali necessità del territorio in questione

Stefano Acquarelli

Presidente Comitato per il Diritto alla Salute Art32