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Città della Pieve. Carletto, il benzinaio che mette “Draghi” nel motore

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(Rassegna stampa) dal Messaggero Umbria di Mario Mariano
 Sarà forse il caso di riscoprire l’uovo di Colombo per far funzionare attività commerciali che traballano, visto che, talvolta, il segreto del successo è più facile di quanto non si pensa. La storia del distributore di carburante di Città della Pieve è emblematica.  Da “Carletto” rivivono le buon» abitudini del benzinaio di una volta Basta rivolgersi a Andrea Perugini, gestore di terza generazione, che va in controtendenza in un mercato in crisi sia in autostrada che su strade urbane. Il motivo di tanto consenso è legato ad un’attenzione speciale al cliente. «La gente viene qui un po’ per abitudine, visto che l’attività è stata aperta più di 60 anni fa, ma essenzialmente perché si sente coccolata», sintetizza Perugini. Provare per credere: con l’ erogazione del carburante, anche un piccolo piano di attenzioni di cui si è perduta l’abitudine.
Pur in pensione, il papa di Andrea si adopera nel pulire il parabrezza e poi controllare pressione dei pneumatici e livello dell’olio. Ma c’è di più: i pievesi si tramandano da qualche generazione il ricordo lasciato dal fondatore di quel distributore di benzina lungo la strada di accesso al centro storico : per tutti quel distributore si chiama “Carletto”, il nonno di Andrea. Un posto cult, apprezzato anche dal governatore della Banca centrale europea Mario Draghi e dalla moglie Serena, che hanno scelto Città della Pieve come buen retiro .«Ci hanno sempre incoraggiato a non mollare», dice con orgoglio Perugini. «Mio nonno era grande e grosso, uno massiccio -ricorda -, ma per gioco, come capita nei paesi, gli amici gli affibbiarono quel diminutivo. Ero giovane, ma certi suoi consigli sono validi ancora oggi. Da anni i margini di guadagno sono ridotti all’osso, e per resistere c’è una sola strada, offrire attenzioni che una volta erano abituali e oggi sono un valore aggiunto».
“Oltre ai residenti ci sono clienti che viaggiano per lavoro , che hanno altre opzioni, ma che abbiamo fidelizzato con un rapporto di fiducia. Chissà se il metodo degli eredi di “Carletto” sarà preso a prestito da quel barista che insiste nel tenere la testa bassa, tutto preso a servire caffè dimenticando di offrire mezzo bicchiere d’acqua , oppure quel cameriere che gira come una trottola e ha la testa altrove tanto da non ricordare neppure il numero dei tavoli da servire. Oppure quel portalettere incupito per il tanto lavoro da smaltire che sogna sei settimane di riposo. Quattro anni fa, quando la compagnia petrolifera decise di chiudere lo storico distributore la gente iniziò una petizione con una raccolta di firme per non disperdere fotogrammi importanti della vita del paese, erano i tempi d’oro del boom economico. «Sette mesi di chiusura fecero capire a tutti che il distributore di nonno Carletto doveva ripartire- ricorda Perugini-. Certo non si naviga nell’oro, ma in tempo di crisi occorre sapersi accontentare e soprattutto non smarrire la chiave del successo». Vero . In fondo per far contenta la gente basta davvero poco, una pulitina al vetro. Mario Mariano