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Città della Pieve. “Il Riccio” e i funghi

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La Mostra ed il Convegno sui funghi, “I funghi: tradizioni, magia, scienza, storia e leggende”, organizzati tra la fine di settembre e la prima metà di ottobre, è attività archiviata per il Gruppo Ecologista “Il Riccio”, la collezione di funghi in ceramica che ha destato interesse è tornata, a far mostra di sé, all’interno del Museo di Storia Naturale e del Territorio di Città della Pieve, Piano Nobile di Palazzo Corgna.

Il Convegno, veramente molto interessante, ha riscontrato notevole attenzione da parte del pubblico presente in sala, estremamente positivi i commenti dei partecipanti, sentiti i ringraziamenti per l’iniziativa. Un grazie va ai relatori che sono riusciti a carpire attenzione e partecipazione, un dibattito che ha coinvolto i presenti guidandoli nel meraviglioso e poco noto mondo dei funghi. In primis il dott. Antonio Gennari, famoso micologo, Direttore Scientifico dell’AMB (Associazione Micologica Bresadola), il Dott. Andrea Arcangeli, dell’Ispettorato Micologico USL Umbria1, responsabile scientifico dei corsi di formazione e aggiornamento per micologi, con sede a Perugia, il Naturalista Mario Morellini, curatore della mostra, ma anche il Presidente de “Il Riccio”, Riccardo Testa, esperto conoscitore del mondo micologico, e non ultimo, il Sindaco di Città della Pieve, Fausto Scricciolo, anche lui micologo. Un grazie all’Amministrazione che ha contribuito all’organizzazione degli eventi, rappresentata per l’occasione dall’Assessore all’Ambiente e al Paesaggio, Catia Buiarelli.

Una vera e propria articolata lezione sulla micologia e sull’ambiente di provenienza, il bosco, di cui i funghi sono ottimi regolatori anche attraverso un sistema mutualistico. Abbiamo capito, in sostanza che senza l’azione dei funghi il bosco risulterebbe un ammasso di residui legnosi e di animali morti e di conseguenza morirebbe, quindi senza funghi non ci sarebbe bosco e senza bosco non ci sarebbe vita. Il bosco rappresenta un ecosistema, cioè un complesso di associazioni animali, vegetali e microbiche che hanno raggiunto una condizione di stabilità: animali, piante e microrganismi sono tutti collegati nei grandi cicli di energia e del metabolismo delle sostanze nutritive. Le piante sono nutrimento per gli erbivori, questi ultimi per i carnivori: a degradare i resti di piante ed animali, concludendo il ciclo vitale, contribuiscono i funghi, con protozoi e batteri, che effettuano la riconversione di sostanze organiche in sostanze inorganiche. Ogni organismo fa parte di un delicato equilibrio, che la Natura ha predisposto non a caso e che l’uomo non ha nessun diritto di alterare.

Sono stati sfatati anche vari luoghi comuni, non è vero che sono tutti commestibili i funghi rosicchiati o mangiati dagli animali, come pure quelli che crescono sugli alberi, né che i funghi belli e profumati sono sinonimo di commestibilità, né ancora che con la cottura si elimina il veleno dei funghi, né tanto meno che se un cucchiaio d’argento o l’aglio non anneriscono, cuocendo con il fungo, questi è commestibile, come ancora che sono tutti commestibili i funghi nati sul prato; non è altresì vero che i funghi diventano velenosi se cresciuti in prossimità di ferri arrugginiti o di tane di vipere, né che sono tutti velenosi i funghi che cambiano colore al taglio o al tocco, né tanto meno che esistono rimedi domestici contro eventuali avvelenamenti.

Consigli sono stati dati anche sull’equipaggiamento utile per chi ama andare nel bosco alla ricerca di funghi: scarponcini o stivali, bastone per appoggiarsi e per non andare a mani nude tra erba e cespugli, coltellino che non servirà a tagliare il gambo del fungo in quanto va raccolto per intero e va ripulito con il coltello dai detriti del sottobosco, cestino fatto di fibre naturali intrecciate, k-way per la pioggia ed il vento, cappellino se ci si inoltra dove le piante sono basse, telefono cellulare e l’avvertenza di non addentrarsi mai nel bosco da soli.

È bene sapere inoltre che non bisogna calpestare i funghi che non si conoscono, come pure “no” va detto alla raccolta con rastrelli ed uncini, al trasporto nei sacchetti di plastica, un “sì” invece alla raccolta con le mani, al trasporto in contenitori rigidi come i cesti di vimini. I funghi si raccolgono interi in perfetto stato di conservazione con la base del gambo integra, impugnando la base del gambo ed effettuando una leggera torsione come per “svitarlo” dal terreno, se profondamente infossato si può “scalzare” con l’ausilio del coltello, infine va pulito sommariamente sul posto per ridare al bosco quello che non e’ “fungo”.

La raccolta indiscriminata dei funghi mette a repentaglio la vita dell’ecosistema, il costipamento del terreno da parte dell’uomo, degli animali al pascolo, dei mezzi meccanici, compromette le proprietà fisiche del terreno determinate dalla sua porosità, quando piove non si dovrebbero raccogliere funghi, in quanto si imbevono rapidamente di acqua, diventando viscidi e molli, e soprattutto si alterano o scompaiono dei caratteri morfologici utili al riconoscimento, non raccogliere esemplari troppo giovani o troppo vecchi, evitare di raccogliere alcune specie di funghi dopo gelate notturne,raccogliere solo funghi conosciuti, nel caso ci fosse un minimo dubbio portate gli stessi al più vicino centro U.S.L. dove un micologo certificherà o meno la commestibilità.

Compete all’ispettorato micologico, organizzato dalle Regioni nell’ambito delle U.S.L. in uno o più centri di controllo in cui operano micologi formatisi ai sensi del D.M. 686/96, effettuare consulenza: ai privati gratuita per i funghi epigei spontanei destinati al consumo; ai venditori, certificazione sanitaria di commestibilità dei funghi epigei spontanei freschi destinati alla vendita al dettaglio, con prestazione a pagamento 2 € al Kg. I funghi per la certificazione devono essere presentati all’Ispettorato micologico in contenitori o in cassette non in plastica, tali da consentire una certa aerazione, integri, freschi, sani ed in un buono stato di conservazione al fine di conservare tutte le caratteristiche morfologiche che ne consentano la sicura determinazione.

Il servizio micologico offre inoltre consulenza relativa alla individuazione di specie fungine in caso di intossicazione da funghi. L’esperto collabora con i sanitari nell’individuazione della specie fungina consumata, potenziale causa della intossicazione; opera nel settore della vigilanza sulla raccolta, come pure sulla commercializzazione, somministrazione e sul condizionamento dei funghi spontanei; cura l’attività educativa ed informativa nei confronti delle scuole, delle associazioni, della popolazione in genere e degli operatori che lavorano nella ristorazione collettiva o nel settore ortofrutticolo.

I micologi USL Umbria1 sono in totale 30.

Vari i Centri di controllo micologico della USL Umbria1 che possono essere contattati con mail, telefoni ed orari su http://www.uslumbria1.gov.it/servizi/funghi-ispettorato-micologico

Relativamente alla Mostra, che è restata aperta per una decina di giorni, va ricordato l’interesse, non sempre scontato, mostrato da molti cittadini e turisti; vari anche i bambini con i genitori, grazie alle numerose attività laboratoriali messe in atto. Il curatore della Mostra, Mario Morellini, che ha costantemente presenziato, ha rilevato da parte dei numerosi visitatori attenzione, interesse e meraviglia per i laboratori e le sperimentazioni, le osservazioni di spore e licheni al microscopio hanno acceso la curiosità, come le monografie sui funghi del fuoco, la ricca biblioteca messa a disposizione sull’argomento e la nutrita collezione di licheni. Le prove di accensione del fuoco con il fungo dell’esca, la galleria olfattiva sul legno e quindi i profumi del bosco sono state le più attraenti, per la particolarità della tematica. È mancata purtroppo la partecipazione delle scuole, si ringrazia la docente e la classe del “Calvino” che ha visitato la mostra con attenzione ed interesse, elargendo complimenti e ringraziamenti per la ricchezza delle proposte.

Un’iniziativa che ha riscosso successo ed ha contribuito a mettere in luce anche il Museo di Storia Naturale e del Territorio per il quale si auspica maggiore attenzione.

Gruppo “Il Riccio”

Ivonne Fuschiotto