Home Argomenti Arte e Cultura Ci sarà il “Calendimaggio”. – 21 ad “Epoche in Passerella”

Ci sarà il “Calendimaggio”. – 21 ad “Epoche in Passerella”

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Città della Pieve. Per la terza volta consecutiva il “Calendimaggio”, la storica festa di primavere di Assisi sarà presente ad “Epoche in Passerella”. Ripercorriamo insieme storia e svolgimento di questa manifestazione.

La Storia del Calendimaggio di Assisi

Le origini del Calendimaggio si perdono nel tempo, si riallacciano, a consuetudini pagane che celebravano con riti diversi ma tutti improntati alla gioia, il ritorno della primavera e quindi il rinnovarsi del ciclo della vita. Erano manifestazioni nate dal sentimento dell’antico popolo degli Umbri. Lo spirito con cui si conformava la festa della primavera era un inno all’amore e alla ritrovata gioia di vivere dopo le giornate aspre e fredde dell’inverno. Si ballava, si beveva il vino dell’annata precedente dopo il dovuto periodo di riposo, si cantava. Erano autentici resti poetici quelli che venivano recitati per rendere omaggio alla stagione dei fiori.
Le cronache antiche e gli stessi documenti che riguardano la vita di S.Francesco attestano che nella sua giovinezza il santo eccelleva nella composizione di poesie da ballo e di canti.
È fuori dubbio che in questo periodo l’influenza provenzale e francese era determinante, soprattutto nella musica, ma è interessante notare che tali composizioni venivano chiamate “canzoni di maggio” e proprio all’inizio di questo mese eseguite da brigate di giovani che si spostavano in vari rioni della città.
Le antiche cronache ci informano che Assisi, agli inizi del ‘300, raggiunse il massimo splendore; lo confermano l’estensione della mura cittadine, i castelli in suo possesso, la magnificenzia delle sue chiese, la presenza dei più grandi maestri pittori tra cui Giotto, Cimabue, Simone Martini, i fratelli Lorenzetti ecc… È più o meno di questo periodo anche la divisione della città, d’altronde non unico esempio in Italia in “Parte de Sotto” e “Parte de Sopra” facenti capo rispettivamente alle famiglie rivali dei Fiumi e dei Nepis: prendono così forma gli odi e le ambizioni delle famiglie, dei partiti politici di guelfi e ghibellini.
A nulla valgono i provvedimenti dei magistrati, le censure degli ecclesiastici, l’esilio dei capi. Alternativamente, appoggiandosi anche a valenti capitani di altre città una Parte sopraffà l’altra, ma per breve tempo perché lo spirito dei cittadini e delle famiglie dei vinti cerca ed ottiene immediatamente la vendetta.
Il primo scontro cruento di cui si ha notizia, secondo A. Fortini, risale al 14 Novembre 1376. La Parte de Sotto al grido di “ammazza! ammazza!” sorprende nel sonno gli avversari; ma è questo solo un anello di una lunga catena.
Durante questi periodi di lotte civili però si mantiene sempre viva la consuetudine di celebrare la festa di primavera che appunto prende il nome di Calendimaggio. Rivivono i canti e le musiche, le serenate sotto i balconi delle ragazze sostituiscono il fragore delle armi nei vari punti della città, si elegge il Re della festa. Questa usanza si protrae per secoli.
La partecipazione popolare è viva. I cittadini per queste notti interrompono l’abitudini di rientrare a casa al suono della campana che annuncia le due ore dopo l’Ave Maria e restano nelle piazze e nelle vie ad ascoltare i menestrelli.
Nel 1954 la festa assume, con l’entusiasmo di tutta la cittadinanza, la suggestiva forma che fino ad oggi conserva. Fra le due “Parti” della città ritorna la sfida: questa volta non cruenta. Le due fazioni danno vita ad una contesa che rievoca i tempi di Calendimaggio. La partecipazione popolare è così intensa che per tre giorni la città rivive in ogni sua dimensione quell’atmosfera che l’aveva caratterizzata nei secoli.

La Festa di Calendimaggio

La Festa di Calendimaggio dura tre giorni. Per alcuni decenni la data è stata sempre la stessa: dal 29 aprile al primo maggio, così come la tradizione del Calendimaggio medievale imponeva.
Poi, da ormai diversi anni, si è deciso di celebrare la Festa in una data fluttuante, per evitare la coincidenza con altre celebrazioni laiche.
Per cui il Calendimaggio si svolge nei primi mercoledì, giovedì, venerdì e sabato di maggio che non comprendano il primo maggio.

 INIZIA LA FESTA
Nel pomeriggio, prima di incontrarsi nella piazza del Comune, le due parti partecipano alla “Benedizione dei Vessilli”, che per la Parte de Sotto ha luogo nella Basilica di San Francesco, mentre per la Parte de Sopra nella Cattedrale di San Rufino. Si tratta di cerimonie religiose molto brevi ma sentite, alle quali non partecipa sempre una gran quantità di costumanti, ma di fatto è l’ultimo momento intimo che le parti vivono prima di cominciare la sfida. Per questo è avvertibile un’atmosfera di tensione e di commozione insieme.
Inoltre, la “Benedizione dei vessilli” è l’unico momento religioso di una Festa assolutamente profana.
Dopodiché si va in Piazza del Comune per “La Consegna delle Chiavi”.

Consegna delle Chiavi

La “Consegna delle Chiavi”, un atto simbolico con il quale il Sindaco della città offre al Maestro de Campo la potestà giudiziaria per il periodo della manifestazione.
È il primo atto di una tenzone che si protrae per quattro intense giornate.

 Bandi di Sfida

La lettura dei “bandi di sfida”, alla fine dei cortei,
è l’occasione per colpire verbalmente l’avversaria con le armi dell’ironia, del sarcasmo.

 Madonna Primavera

L’elezione di Madonna Primavera avviene, dopo le
sfilate dei cortei delle Parti, a seguito di tre gare di forza ed abilità fra rappresentanti di Parte de Sopra e Parte de Sotto.
Si tratta del tiro della fune, la corsa con le tregge, il tiro con la balestra. La Parte che avrà vinto almeno due delle tre competizioni, potrà eleggere fra le sue cinque Madonne, la regina della Primavera.
Ogni Madonna viene abbinata, a sorte, ad un balestriere.
Sarà eletta colei abbinata al balestriere che avrà totalizzato il punteggio più alto. La Parte che elegge Madonna Primavera acquisisce la possibilità di rappresentare per prima le scene nell’edizione successiva.

 Scene di Parte

Il protocollo parla di rievocazioni di vita medioevale, anziché di “scene”. In realtà non si “rievoca”, semmai si “evoca”, ma è ancor più giusto dire che si “vive”, una notte di Medioevo.
Ogni Parte organizza questo veridico salto nel passato, in un brano di città di propria pertinenza.
Sono ammesse a partecipare alle scene soltanto persone in abiti medievali, appartenenti della Parte di turno.

 Corteo della Sera

Le Parti si sfidano di nuovo in Piazza del Comune attraverso cortei caratterizzati da fuochi e dolci atmosfere che recano con sé la sottile mestizia per la fine del sogno.

 Corteo del Giorno

La gente di Assisi li chiama “sfilate”.
Di fatto non sono solo cortei e sono molto più di sfilate in costume. È la manifestazione che più delle altre, nell’ambito del Calendimaggio, concretizza la sfida fra le due Parti.
Durante i cortei del giorno si raccontano storie e vicende, spesso fantastiche, ma pur sempre attinte a modelli narrativi medievali in un alternarsi di effetti scenografici, coreografici e azioni teatrali.

 La Sfida Canora

Dopo i cortei della notte, la sfida canora. I cori delle due Parti si alternano nella conchiglia appositamente montata per garantire una migliore diffusione acustica ed eseguono tre brani a testa.
Il primo brano detto “di sfida” è comune delle due Parti. Gli altri due vengono liberamente scelti da ciascuno dei cori.
La piazza gremita, ascolta in silenzio sacrale.

 Il Verdetto

Conclusa la sfida canora i partaioli frementi aspettano in Piazza il responso dei giurati, riuniti presso gli uffici del Comune nel palazzo del Capitano del Popolo.
Il Maestro de Campo declama la fatidica frase.
“Popolo de Ascesi noi Maestro de Campo, avvalendoci dei pieni poteri conferitici, udito lo parere dell’eletto collegio dei giudici ai quali abbiamo demandato lo compito di indicarci quale delle due parti abbia raggiunto maggior lode nella cavalleresca contesa per lo saluto alla nascente Primavera, mentre esprimiamo alle Parti la nostra incondizionata riconoscenza per l’alta prova morale e civica espressa in questa contesa, degna delle più nobili tradizioni della nostra città, assegnamo lo Palio de Calendimaggio alla parte de …..”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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