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Chiusi. Irene Galletti (M5S) “La resistenza contro il carbonizzatore non si ferma”   

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“Il tempo delle scelte calate dall’alto è finito. L’istituto della partecipazione fa parte dello Statuto della Regione Toscana, ma viene sistematicamente disatteso. La vicenda del carbonizzatore che Acea avrebbe voluto costruire a Chiusi è emblematica: i cittadini non sono più disposti a sacrificare la loro terra in nome di un falso progresso e contro questo tipo di imposizioni sono pronti a fare la resistenza e diventare un muro invalicabile. Aggiungo che io sono pronta a fare altrettanto durante la prossima legislatura regionale, nel caso in cui Acea dovesse decidere di tornare alla carica. Ora però è il momento di completare la bonifica dell’area dell’ex Centro Carni, contaminata nel corso dei decenni da arsenico, manganese, eternit e non solo e di questo mi farò portavoce presso il ministro dell’Ambiente Sergio Costa. Questa è una zona a vocazione agricola e turistica e non si può accettare che la terra resti avvelenata”.

Così Irene Galletti, consigliera regionale del Movimento 5 stelle e candidata alla presidenza della Toscana, che oggi ha incontrato una rappresentanza di comitati cittadini a Chiusi, insieme alla consigliera comunale, Bonella Martinozzi e ai candidati alle prossime elezioni regionali nella circoscrizione di Siena, Alessandro Panti e Cristina Rescigno.
Una tappa che ha avuto come argomento principale il destino dell’area dell’ex centro Carni, fino a dicembre scorso destinata ad ospitare un impianto di carbonizzazione di Acea, che avrebbe dovuto trattare i fanghi da depurazione provenienti da Toscana, Umbria e Lazio.

“Questa vicenda – aggiunge Galletti – dimostra il fallimento non solo della politica di pianificazione di gestione dei rifiuti, che in Toscana e in particolare nell’Ato sud in questi 10 anni è stata assolutamente assente, ma anche di ogni politica partecipativa. Per decidere cosa fare di questi 8 ettari di terreno bisogna aprire un dibattito pubblico, ma prima di tutto avviare la redazione di un piano strutturale intercomunale che sappia guardare al futuro, dando una prospettiva all’intero territorio.  Non mi stupisce che fino ad ora tutto questo non sia stato fatto. Chiusi è la città che ha avuto come sindaco Stefano Scaramelli, di Italia Viva, che proprio pochi giorni fa ha proposto di smantellare la miglior legge regionale attualmente in vigore: la legge Marson per il governo del territorio. La scusa è quella di far ripartire i cantieri ma la realtà è che senza quella norma, nella nostra Regione si moltiplicheranno i blitz di realtà come Acea che cercano zone poco urbanizzate per piazzare i loro impianti. I cittadini di chiusi hanno fatto la resistenza in questi anni. Ma è la Regione per prima a doversi schierare al loro fianco”.