Home Arte e Cultura Teatro Chianciano Terme. Teatro Caos: in scena “Quizas, quizas, quizas… fuori servizio” .

Chianciano Terme. Teatro Caos: in scena “Quizas, quizas, quizas… fuori servizio” .

Condividi

(Comunicato stampa)

La stagione teatrale e musicale del Teatro Caos di Chianciano Terme si apre sabato 30 novembre, alle ore 21.15 con una nuova produzione di LST Teatro, lo spettacolo “Quizas, quizas, quizas… fuori servizio”, con Cristina Aubry, scritto e diretto da Manfredi Rutelli e le voci fuori scena di Pierpaolo Palladino, Alessandro Waldergan e Gianni Poliziani. Gli arrangiamenti musicali sono di Massimiliano Pace; la sonorizzazione di Paolo Scatena. Assistente alla regia Marta Parri. Luci Simone Beco. Scenografia Riccardo Gargiulo. Allestimento scenico Lucia Baricci. La nuova stagione teatrale e musicale invernale 2019/2020 del Teatro Caos di Chianciano Terme è organizzata e diretta dalla compagnia LST Teatro e patrocinata dal Comune di Chianciano Terme.

Manfredi Rutelli, dopo il successo di “Tacabanda” e de “Il secondo figlio di Dio”, che, portato in scena da Simone Cristicchi, ha trionfato nei teatri italiani, scrive una nuova delicata commedia al femminile, “Quizas, Quizas, Quizas … ”. Sul palco, infatti, questa volta, la protagonista è una donna, la bravissima Cristina Aubry, alle prese con uno dei temi più attuali della società moderna: la perdita del lavoro che porta a crisi di identità e, in casi estremi, a gesti disperati; tema trattato con leggerezza ed umorismo. Anna, una donna sulla cinquantina, mentre sta salendo per andare ad un appuntamento importante, l’appuntamento con un’agenzia di consulenza per chi perde il lavoro, rimane bloccata dentro l’ascensore. Collegata con l’esterno solo grazie all’interfono dell’ascensore, tramite il quale comunica con un goffo portiere ed un eccitato pompiere, Anna cerca una rocambolesca via d’uscita. In un turbinio di situazioni paradossali e comiche, tra ricordi giovanili e familiari, tra l’angoscia e le preoccupazioni per il suo essere in bilico, in tutti i sensi, con i sensi di colpa amplificati dal ricordo di una madre ipercritica e anaffettiva, ed un complesso di inferiorità nei confronti di una figlia troppo perfetta, Anna si ritrova a fare i conti con un’esistenza mai facile, mentre intorno a lei le luci vanno e vengono, e le note della canzoncina, “Quizas, quizas, quizas”, diffusa dall’interfono dell’ascensore, si confondono con il rumore delle corde d’acciaio e delle lamiere. Quando poi l’equivoco provocato dallo zelante portinaio, fa credere a tutti che l’ascensore bloccato è un gesto disperato e di protesta di una donna senza lavoro ed in piena crisi autolesionista, quando lo psicologo dell’agenzia di collocamento le fa il colloquio di lavoro attraverso l’interfono, e quando anche un manipolo di giornalisti, da dietro le porte chiuse dell’ascensore, le chiede insistentemente spiegazioni del suo insano gesto, tutto precipita.