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Chianciano e quel senso di aggregazione che manca

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(riceviamo e pubblichiamo) Io credo che una crisi profonda abbia bisogno di molti sforzi per essere superata. E per realizzare molti sforzi c’è bisogno di più braccia che sommino le energie per raggiungere obbiettivi comuni.

Ora ad esempio, l’ordinamento giuridico italiano prevede il Contratto di Rete. Come suggerisce il nome questo strumento, si forma da un gruppo di soggetti che condividono, perseguono, lo stesso fine e vogliono conseguire gli stessi risultati. Ovviamente stiamo calcando timidamente la spinosa questione dell’accidentato terreno dell’economia e della gestione delle imprese, ed io sono la persona meno qualificata per farlo, tuttavia una riflessione, almeno quella, mi sia concessa. In periodi di crisi economica, una rete appunto di attività, imprese, affiancati da enti e politica, costituiscono una aggregazione e vanno a formare il Contratto di Rete. Ora se in un tessuto sociale solo una piccola parte di soggetti danno vita a questo strumento, modesti saranno anche i risultati perché si disperdono le energie e non può essere attuata una strategia comune alimentata da ampie sinergie. Se viceversa, tutte le forze economiche, sociali, politiche della zona fanno fronte comune, il discorso cambia, mettere da parte le rivendicazioni, le strategie, le idee politiche personali o di parte, dare vita ad una cooperazione che permetta di affrontare meglio, in modo più mirato ed efficace la sfida del mercato, dando modo di mettere in campo un’offerta turistica efficace, estesa, ad un costo più accessibile perché diviso tra tutti, quindi creare progetti comuni dai quali tutti possono trarne vantaggio. Inoltre questa sarebbe la strada per accedere a finanziamenti più consistenti e magari a fondo perduto.

Direi in modo diretto e semplice che le attività imprenditoriali forse dovrebbero iniziare a progettare di comune accordo delle strategie per rilanciare l’economia e dovrebbero prefiggersi delle mete comuni da raggiungere tutti insieme mettendo da parte quell’individualismo che a conti fatti ha sempre tarpato le ali al rilancio di Chianciano. L’ipotesi dell’efficacia di una siffatta strada da percorrere viene confermata da varie regioni italiane. Una è il trentino che ha strutturato un’offerta internazionale turistica coinvolgendo un gran numero di imprese e riuscendo a veicolare una efficace ripresa economica. Diciamo che la collaborazione nel perseguire obiettivi comuni paga. Un altro esempio potrebbe essere la costiera romagnola che pur danneggiata da innumerevoli calamità negli anni, ha sempre fatto fronte alle avversità richiamando un senso di appartenenza imprenditoriale nel territorio e riuscendo in questo modo a non rimanere indietro nell’offerta turistica piazzandosi sempre, tra le mete più ambite dai vacanzieri italiani e stranieri.

Perché a Chianciano non dovrebbe essere possibile organizzare una strategia di concerto tra tutte le forze territoriali, trovando un accordo condiviso, per raggiungere un comune obbiettivo ben strutturato? Intanto accedere a fondi importanti e magari avviare una pubblicità internazionale dove sul banco dell’offerta tutte le aziende avrebbero da esporre l’eccellenza, la professionalità, i servizi in una diversificazione di interessanti proposte. Tutto ben concatenato tra le attività della zona organizzate in modo da assicurare una vacanza veramente emozionante, variegata, senza intoppi e ricca di suggestione. Tutti insieme insomma per riorganizzare economicamente il territorio rendendolo competitivo e appetibile sul mercato del turismo. E nell’ambito di un rilancio della nazione dopo il COVID19, si potrebbe prendere a volo quel famoso treno, che si dice, passa una sola volta. Ecco se dovesse passare non facciamoci trovare impreparati.

Nunzio Dell’Annunziata