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Castiglione. Inaugurato l’Anno Accademico della DEA

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Castiglione del Lago.  – A Palazzo della Corgna di Castiglione del Lago si è svolta la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2015/2016 della Scuola di Specializzazione in Beni Demoetnoantropologici (DEA) dell’Università di Perugia. Per Castiglione del Lago e per l’Umbria un’attività di eccellenza, sostenuta dall’ateneo perugino e dal Comune di Castiglione del Lago. La scuola superiore è destinata alla formazione di antropologi, professionisti di elevata qualificazione nella salvaguardia, gestione e valorizzazione dei beni culturali demoetnoantropologici, materiali e soprattutto immateriali.

Nel 2008, anno di inizio delle attività, fu la prima scuola italiana istituita in base al Decreto Ministeriale 31 gennaio 2006. Insieme all’inaugurazione si è tenuto un interessante convegno dal titolo “I beni culturali antropologici in Umbria. Stato attuale e prospettive future”. «La scuola DEA è una realtà di eccellenza della nostra regione – ha spiegato il professor Giovanni Pizza, direttore della scuola – perché una scuola di formazione di terzo livello che come finalità quella di costruire competenze di altissimo livello nella gestione, nella valorizzazione e nella tutela dei beni culturali antropologici, che sono soprattutto beni immateriali, intangibili, riconosciuti recentemente dall’Unesco: si tratta del patrimonio culturale vivente di un territorio. Sono le tradizioni, vive e in incessante trasformazione, le identità popolari rivissute e ricostruite, nei saperi artigiani, nelle conoscenze contadine, nelle tecniche di produzione di mestieri antichi, che si rivelano attuali e all’avanguardia quando, come accade, si riscopra la straordinaria risorsa delle nostre campagne e della produzione agricola contemporanea, spesso votata alla riconquista di una sovranità alimentare sottratta alla mercificazione industriale.

Immateriale è lo spirito creativo della cultura popolare che non è mai inchiodata a una visione conservatrice delle tradizioni, ma si muove in un incessante cambiamento progressivo, all’insegna di una innovazione che esige nuove figure di lavoratori e professionisti, in grado di valorizzarla e trasformarla in una risorsa preziosa. I beni culturali immateriali sono infine le idee e i valori di un popolo, la possibilità di conservare un paesaggio e di garantirne la fruizione. Essi e hanno una funzione strategica nella immaginazione del futuro e nella organizzazione democratica della convivenza sociale e comunitaria».

L’inaugurazione e il convegno hanno visto una serie di interventi volti a contestualizzare l’importanza della scuola all’interno delle politiche di valorizzazione delle risorse culturali, a partire dall’area del Trasimeno e dalla Regione Umbria. Dopo i saluti del sindaco di Castiglione del Lago Sergio Batino, del Magnifico Rettore Franco Moriconi e del direttore del dipartimento Angelo Capecci, ha avuto luogo l’introduzione del direttore Giovanni Pizza, che ha coordinato un’importante sequenza di relazioni: Giancarlo Baronti, fondatore della scuola e suo direttore fino a due anni fa, ha parlato del patrimonio demoetnoantropologico dell’Umbria, proponendo un bilancio e delineando una prospettiva. Luisa Montevecchi, direttore del segretariato regionale dei beni e delle attività culturali e del turismo per L’Umbria, ha fatto un’analisi istituzionale su i beni DEA nella riforma del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali. Pietro Clemente, presidente onorario della Società Italiana per la Museografia e i Beni Demoetnoantropologici (Simbdea) ha tracciato le “storie immateriali”, ricostruendo l’impegno di Simbdea sul patrimonio culturale immateriale in uno scenario nazionale ed europeo. Cristina Papa, coordinatrice del corso di laurea magistrale in scienze socioantropologiche per l’integrazione e la sicurezza sociale (Università di Perugia) e presidente dell’associazione nazionale universitaria degli antropologi culturali (Anuac) ha parlato di antropologia, ecomusei e paesaggi in Umbria. Marino Niola, professore di antropologia dei simboli e direttore del centro di ricerche sociali sulla dieta mediterranea (MedEat Research) presso Università Suor Orsola Benincasa di Napoli (noto editorialista di Repubblica) ha trattato il tema dei patrimoni enogastronomici, tradizioni, produzioni e valorizzazioni. Infine le conclusioni sono state affidate agli interventi di Tullio Seppilli, presidente della Fondazione Angelo Celli per una cultura della salute e di Fernanda Cecchini, assessore alla cultura della Regione Umbria.

«L’ospitare a Castiglione questa scuola, questo centro di cultura così importante – ha affermato il sindaco Sergio Batino – ci riempie di orgoglio. Anche le piccole realtà come la nostra possono dare il nostro contributo alla formazione degli studenti e in generale allo sviluppo culturale italiano. Questa è una delle nostre migliori peculiarità: l’Italia presenta una straordinaria e capillare diffusione della cultura, stratificata in migliaia di anni».

L’obiettivo della giornata inaugurale è stato quello di rilanciare il rapporto di dialogo e collaborazione tra Scuola, Università, e istituzioni per una strategia di valorizzazione d’area incentrata soprattutto sull’utilizzo del patrimonio culturale immateriale quale strumento di sviluppo sociale ed economico, come fonte di lavoro per i giovani. «La crisi economica – ha sottolineato il professor Pizza – è certo drammatica, ma essa apre anche una fase dinamica che nasconde non poche opportunità. La Scuola intende affrontare e vincere una sfida importante: investire sulla alta formazione nell’ambito del patrimonio culturale a partire da Castiglione del Lago, dall’area del Trasimeno, e da qui guardare all’Umbria come sistema culturale, per rivolgersi poi, da un contesto di così grande ricchezza patrimoniale, all’Intero paese e alla dimensione internazionale».

(AKR)