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BERNA: QUESTA GIUNTA? Presunzione 10 Capacità 1

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Chiudiamo con Lorenzo Berna il ciclo delle interviste alle forze politiche maggiori di Città della Pieve.</br>

 

Intanto cominciamo dalla presentazione, credo che non sia fuori luogo chiederti chi rappresenti, il PDL, la nuova Forza Italia, Alternativa Pievese, Berna? Chi?

Faccio politica da quando ho diciotto anni, senza compromessi e senza secondi fini personali, e mi sono da sempre assegnato un ruolo esclusivamente locale perché sono convinto che per fare il bene della propria città non sia necessario militare in un partito. Oggi più che mai i fatti mi danno ragione, perché la crisi dei partiti è dovuta anche alla loro incapacità nel tempo di dimostrarsi veri strumenti di partecipazione alla vita politica da parte dei cittadini. E la democrazia, per funzionare bene, richiede il massimo di partecipazione.

Per cui io lavoro per stimolare il coinvolgimento ideale e la partecipazione attiva di tutti coloro che vogliano prendere coscienza che occorre un nuovo patto tra i cittadini attraverso il quale cambiare un sistema politico locale antiquato, non rispondente alle necessità, incapace di affrontare con dinamismo i problemi nuovi che hanno profondamente mutato il quadro in cui le amministrazioni locali debbono muoversi.

Per fare tutto questo occorre necessariamente militare in un partito? Io non credo. Credo, invece, che, pur partendo da valori di riferimento diversi, le intelligenze più libere e le forze vive più fresche possano mettersi insieme per individuare un orizzonte migliore verso cui condurre la nostra Città: ed il momento attuale ci impone di fare questo senza ulteriore indugio.

Come giudichi la situazione complessiva di Città della Pieve, mi riferisco all’economia, al clima sociale, alla vita culturale….

La situazione complessiva non è buona. L’economia Pievese soffre una crisi nella crisi: quella dovuta a fattori nazionali e quella locale, dovuta alla perdita di centralità di Città della Pieve nel territorio a causa di scelte assunte dall’Amministrazione Comunale negli anni. Le campagne sono state spopolate e, quindi, non si è mai creata una vera produzione agroalimentare tradizionale e tipica; le fabbriche che conoscevamo sono andate in grave declino, quelle che sono rimaste sono in continua tribolazione; gli esercizi del Centro Storico, vero motore della Città, sono stati messi in crisi dallo sviluppo delle aree commerciali per le medie e grandi strutture di vendita; piani regolatori errati hanno prima prodotto una crescita insana e disordinata degli edificati accompagnato da un forte rialzo dei prezzi, a cui poi è stato fatto succedere un blocco quasi generale delle attività edilizie con conseguente grave contraccolpo generale a danno della Città ed a favore di pochi speculatori; l’Ospedale Beato Giacomo Villa è stato praticamente ridotto ad un nome. Questi sono fatti di fronte agli occhi di tutti.

Per cercare di controbilanciare la situazione creatasi, negli ultimi anni sono stati compiuti sforzi importanti verso l’affermazione della Città sul fronte turistico: nel solo 2012 sono stati spesi 472 mila euro sui capitoli cultura e turismo: i dati dicono che i flussi turistici sono buoni, ma con questa spesa otteniamo un risultato lillipuziano: 17.000 turisti l’anno, 46 al giorno! Lo dimostra il fatto che due alberghi hanno chiuso e sono poche le attività commerciali che traggono beneficio dal turismo; i limitatissimi riflessi occupazionali ne sono la ulteriore prova. Mi pare evidente, dunque, che la direzione intrapresa non è quella giusta.

Quanto al clima culturale, la voglia di crescere la si avverte ma si avverte assai più forte la volontà di superare i soliti programmi per pochi intimi pagati con il denaro di tutti i Pievesi. Il clima sociale? Io sento solo persone che non hanno più alcun timore nel dire apertamente che non vedono l’ora di liberarsi da questa situazione.

Su quali temi avete incentrato la vostra attività come gruppo consiliare?

La nostra attività politica è stata ed è intensa, quotidianamente. Tutti noi, prima di essere consiglieri comunali, siamo Pievesi e, a differenza di chi ci amministra, viviamo la Città al massimo grado, immersi in essa tutti i giorni, in mezzo ai Pievesi in ogni momento. La nostra è, dunque, una attività continua, fuori e dentro il Consiglio Comunale, che non è basata su schemi formali ma sulla presenza attiva in mezzo ai nostri concittadini. Ci occupiamo di tutto, piccoli e grandi problemi a tutto campo: ospedale, scuola, opere pubbliche, rifiuti. Credo che non esista una questione della quale non ci siamo interessati ed elencarle tutte sarebbe inutile.

 La nostra attenzione è sempre alta, la presenza sui problemi è costante ed i Pievesi ci interpellano, ci danno suggerimenti, ci sottopongono questioni di ogni tipo proprio perché noi siamo tra loro, siamo dei loro e ci riconoscono un ruolo politico assoluto. Ho letto alcune critiche risibili circa il nostro modo di essere presenti: ci siamo perché contiamo, questo è il fatto. Immaginiamo che a qualcuno la cosa dia fastidio, ma si mettano l’anima in pace; ci siamo e ci rimarremo.

A meno di un anno dal termine della legislatura che giudizio date di questo esecutivo?

Presunzione 10. Capacità 1, di incoraggiamento. D’altro canto, cosa ci si poteva attendere da amministratori che non conoscono a fondo Città della Pieve e che vivono la Città alla stregua di turisti?

Sull’Ospedale sai che io vi metto tra i responsabili del fallimento pievese, anche se in misura diversa dalla maggioranza. E ora che si fa? Cosa proponete?

Tu lo dici per il solo motivo di poter affermare che a suo tempo avevi ragione tu. Io ti dico che quella del Trasimeno è sempre stata una mera espressione verbale, che la storia ha dimostrato non esistere nei fatti.

In tanti anni non ho trovato nulla che mi convincesse anche minimamente che Città della Pieve potesse avere anche un solo interesse in comune con Tuoro, Passignano, Magione o Corciano.

Il progetto dell’ospedale unico, oltre ad essere stato un bluff vergognoso, è la conferma che l’area del Trasimeno non esiste sotto nessun profilo, né politico, né economico, né sociale.

Si voleva chiudere l’Ospedale Beato Giacomo Villa, questa è la sola verità. Se permetti, io non potevo fare altro che dirlo ad alta voce fino alla fine: adesso, che lo sconcio è finalmente sotto gli occhi di tutti, mi pare poco debole sostenere che coloro che hanno sempre denunciato lo sfascio regionale e locale della sanità abbiano le stesse responsabilità di quelli che stavano nella stanza dei bottoni: non trovi?I responsabili di questo disastro hanno un nome ed un volto che i Pievesi conoscono bene.

A questo punto si possono fare due sole cose: la Regione Umbria può vendere la struttura ad un imprenditore della sanità che la faccia funzionare secondo i migliori standard e consegnare il ricavato della vendita ai Pievesi quale giusto ristoro del danno sofferto; oppure, può fare essa stessa direttamente la medesima cosa. Decida lei. Entrambe le soluzioni dipendono da come si muove l’Amministrazione Comunale di Città della Pieve: naturalmente, per poter sperare in qualcosa di buono in tal senso, occorre prima mandare a casa l’attuale maggioranza perché il Sindaco Manganello non farà nulla di nulla.

 Nella riunione fatta qualche tempo fa sul bilancio, in sostanza la Giunta ha detto “ Non c’è una lira!”

A parte il discorso sulle responsabilità, voi che proponete di fare?

 

L’esperienza mi ha insegnato che è inutile se non dannoso convocare riunioni se non si hanno cose interessanti da dire, per cui ho trovato insulsa quella riunione, direi offensiva. E tra gli intervenuti ho sentito fare lo stesso mio commento. L’Amministrazione Comunale non ha ancora approvato il bilancio preventivo e sta agendo con l’esercizio provvisorio: significa che si stanno spendendo di mese in mese le somme già spese nei corrispondenti mesi del 2012. Ovvero che nel 2013 non si può attuare nulla di diverso di quello che si è fatto l’anno precedente: con l’aggravante che si rischia di dare per scontate le entrate e di trovarsi a fine anno con uno sbilancio di cassa. A che serviva fare una riunione per comunicare il nulla con la pretesa di definirla un momento partecipativo, se non a lasciare allibiti coloro che vi hanno partecipato?

Mi chiedi cosa fare? Per il 2013 nulla è possibile fare, proprio nulla e lo dimostreremo presto proponendo un solo emendamento al bilancio preventivo, quando sarà portato in Consiglio Comunale.

Per il resto, se ne riparlerà ad anno nuovo, salvo sorprese.

Veniamo alle prossime elezioni. Si stanno delineando le posizioni all’interno del PD, che nonostante le forti perdite nelle ultime elezioni politiche, resta il partito di riferimento e più forte. Poi c’è il M5S e voi. Come vi state orientando, su quali idee fondamentali e con quali alleanze, vista la legge elettorale?

 Noi intendiamo lavorare per mettere insieme tutti coloro, Pievesi vecchi e nuovi, che amano Città della Pieve, che ci sono nati o venuti per scelta e che ci vogliono rimanere per sempre. Vogliamo far diventare la Città non il posto perfetto per un giorno ma il luogo ideale per trascorrere una vita intera, a qualunque età.

Chi vuole andare in questa direzione, con la sola etichetta dell’intelligenza, dello spirito di sacrificio e della capacità di innovazione, ci troverà pronti a collaborare.