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Berna “Quale brand e quale futuro per Città della Pieve?”

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(Riceviamo e pubblichiamo). Quale futuro per Città della Pieve?
Me lo sono domandato spesso e me lo stanno chiedendo tutti coloro con cui quotidianamente parlo.
A chiunque rispondo che ogni destinazione presuppone sempre un punto di partenza e che, mai come nel nostro caso, per sapere dove andare è fondamentale sapere da dove si è partiti.
Fuori di metafora, o forse entrando in un’altra metafora, la storia è per noi la stella polare che ci indica il cammino da seguire verso il futuro.
Ed il frutto della storia, che è la nostra identità, ci contraddistingue e ci permette di trovare la direzione giusta in un mondo sempre più complesso ed in un quadro economico sempre più difficile da affrontare.
Per noi il futuro si chiama Made in Italy, in tutte le sue migliori declinazioni: quello che come italiani amiamo e per il quale ci sentiamo orgogliosi e che ogni altro cittadino del mondo ci invidia con sincera ammirazione.
E Città della Pieve, dagli Etruschi al Rinascimento, è il perfetto prototipo del Made in Italy.
E’ nell’arte che il Made in Italy trova la sua indiscussa esemplificazione ed in fatto d’arte Città della Pieve, manco a farlo apposta, ha una collocazione indiscussa e da essa un grande vantaggio: è la patria del Perugino.
Il Perugino non nasce per caso a Città della Pieve (o Castel della Pieve, come si sarebbe detto al suo tempo) che a quell’epoca non era un paesino arroccato ai margini di una provincia ma la base avanzata del potentissimo comune di Perugia per il controllo di un territorio di straordinaria importanza.
Ma questo è un altro discorso, o forse no.
Approfondire questo aspetto, infatti, sono certo che convincerà anche quelli che ancora pensano che con la storia, la cultura e l’arte non si mangia.
Dagli Etruschi al Rinascimento dicevamo: lungo questo tracciato storico, e grazie alle numerose declinazioni che esso ci offre, troviamo tutti gli elementi necessari per dare alla nostra comunità un futuro possibile.
 Lorenzo Berna