Home Argomenti Politica Batino (Pd)” Chiediamo che il Trasimeno sia presente in ogni settore della...

Batino (Pd)” Chiediamo che il Trasimeno sia presente in ogni settore della vita pubblica regionale”

Condividi

Tu vieni da una storia politica che comprende in parte anche quella del PCI. Posso quindi chiederti cosa è successo alla sinistra nel mondo occidentale ed in Europa in particolare? I fenomeni di crisi che stiamo vivendo su scala internazionale dall’accumularsi delle grandi ricchezze soprattutto finanziarie, alle grandi migrazioni per guerre e per fame, agli sconvolgimenti climatici ed ambientali che rischiano di essere senza ritorno, non sono il frutto di un potere nascosto, ma dei processi economici senza controllo e tutti volti al profitto di un sistema capitalistico irresponsabile. Un tempo ne avrebbe raccolto i frutti la cosiddetta “sinistra” , oggi si può dire che ne paga il conto la cosiddetta sinistra un po’ ovunque ed anche in Italia. Perché?

Perché da tempo domina l’insicurezza e la paura diffusa nel mondo e allora si trova rifugio nella destra, che chiede e promette ordine e chiusura. Perché abbiamo subito la concorrenza degli altri paesi sul lavoro. Una concorrenza tra lavoratori occidentali con i propri diritti e le nuove forze del lavoro che cominciano, come nei loro paese, da nessun diritto. Al problema della sicurezza la sinistra ha risposto con metodi non solo repressivi e questo è sembrato una accettazione, un abbassamento della guardia. La risposta non può solo stare solo nella solidarietà. Da questa concorrenza sulle merci e sul lavoro ne siamo usciti sconfitti, senza risposte. dalle grandi emigraziani rischiamo di uscirne travolti. Dappertutto nel mondo, non solo in Italia. Non abbiamo avuto la capacità di confrontarci con categorie nuove. Non solo il lavoro ma anche i diritti civili o l’ambiente o la sicurezza.

Da diverso tempo il Pd anche in Umbria vive una crisi generale, ma anche e soprattutto una crisi di gruppo dirigente, a cominciare da quello di Perugia, che in teoria dovrebbe essere quello più importante. Una crisi in parte spiegata e raccontata con la lotta fra correnti. Visto che oggi l’unico minimo comune denominatore che unisce questo gruppo dirigente diciamo perugino è quello di essere perdenti, non sarebbe il caso di lanciare un’”opa” rivolta alla cittadinanza democratica umbra per guidare, questo partito verso una sua nuova stagione, con nuovi dirigenti e con un peso diverso del Trasimeno?

Detto che in Umbria si sono ripercosse problematiche nazionali, come è ovvio, diciamo anche che la conflittualità interna al gruppo dirigente ha pesato, come ha pesato una insufficiente capacità di innovazione. Non abbiamo seguito le dinamiche sociali oppure le grandi tematiche dell’occupazione e del lavoro. Non solo nella difesa dei diritti ma anche nel tema di come si crea nuovo lavoro e di come si sviluppano le attività di impresa.

Per quanto riguarda l’attività e la vita interna e democratica di un partito dobbiamo dire che non abbiamo avuto la sensibilità e la forza per fare una legge sulla democrazia nelle associazioni, nei partiti, nei sindacati. Io continuo ad essere sempre favorevole alle primarie sempre ed ovunque.

Poi aggiungerei che abbiamo pagato il conto di una burocrazia pazzesca, di una mancata semplificazione, le Regioni dovevano essere le protagoniste sella razionalizzazione e della semplificazione, invece sono finite per fare l’esatto contrario.

Nel Trasimeno conta ancora una lunga storia di difesa dei diritti fondamentali ed anche un minimo di progettualità che si è mantenuta. Noi non lanceremo una “opa”, ma chiederemo con forza una presenza del Trasimeno in Umbria. Oggi e negli anni recenti siamo stati fuori. Vogliamo essere dentro nel senso che vogliamo essere rappresentati nelle strutture di direzione, nel partito e nelle istituzioni, nelle assemblee elettive e nelle direzioni dei dipartimenti e degli assessorati. Nelle aziende speciali e nelle agenzie. Ma anche nel sindacato e nelle associazioni professionali, cioè in tutti quei punti in cui i progetti incrociano con le risorse e viceversa.

Che fine ha fatto l’Iti? La linea di finanziamento pubblico, europeo e regionale, dedicata a questa area?

L'”Iti” sta andando avanti. È stato inserito nella programmazione europea, abbiamo dovuto lasciare la priorità al terremoto e mi sembra anche abbastanza giusto. Ma stanno per essere pubblicati dei bandi ad hoc, cioè bandi riservati. Sono state rese pubbliche le linee di indirizzo rivolte alla qualificazione urbana ed ambientale. Le linee per le opere pubbliche e per i processi di aggregazione fra aziende per i progetti di rete
Con una attenzione particolare al turismo e al settore manifatturiero, per la qualificazione delle strutture ricettive

E per nuovi servizi e nuove attività in questi settori. Certo con 4 milioni in tutto si possono fare solo interventi verso piccole e medie dimensioni

E l’Unione dei Comuni? Sembra un po’ silenziosa. Non credo che verrebbero perdonati  nuovi fallimenti dopo Comprensorio, Circondario, Comunità Montana , Vato e robe simili.

L’ Unione dei comuni  va avanti. Stiamo aspettando la Regione per pacchetti con nuove funzioni, servizi e risorse che dovrebbero essere attivate entro giugno.

Abbiamo affrontato diverse problematiche e sono stati attivati alcuni tavoli di lavoro.

I settori sono : Cuc (centrale unica di acquisto, unificazione dei servizi sociali, gestione unitaria del personale, ufficio unico per il controllo di gestione, unificazione di alcune attività degli uffici tributi, ampliamento funzioni associate nel turismo, gestione associata degli uffici stampa, gestione associata dei Ced, dei procedimenti edilizi, dei procedimenti sui rifiuti, delle funzioni di tutela ambientale.

Veniamo ai temi caldi. Sanità, Alta Velocità e comunicazioni, Coop Umbria, Rifiuti, da dove cominciamo?

Sulla sanità il Pd ha fatto un documento, molto vicino, come comprensibile, a quello dei Comuni.

Vogliamo un Tavolo, con tutti i protagonisti della Regione e dei Comuni, delle ASL e un rapporto anche con la Toscana. Tutti i protagonisti, nelle diverse responsabilità ed articolazioni. E vogliamo fare un nuovo accordo programmatico per i servizi sanitari in questa zona. A cominciare dal velocizzare la realizzazione di quanto stabilito con i progetti dei diversi siti, in particolare a Castiglione e Città della Pieve, ma non solo.

Vogliamo più servizi e dare risposte alle esigenze dei diversi territori. Perché i nostri cittadini non siano cittadini di serie B rispetto ad altri e altre zone. Per questo diciamo tutti i protagonisti anche con la Asl 2 ,che oggi comprende l’alto Orvietano e perché no, con la vicina Toscana, con Fratta e Nottola per esempio vanno concordate le specializzazioni

Ma chiediamo di intervenire anche sul funzionamento dei servizi esistenti. Vogliamo una uniformità di trattamento, vogliamo che i nostri cittadini ed i nostri malati non debbano andare a Città di Castello o a Branca o a Pantalla.

Dobbiamo anche riconoscere i nostri errori. Se non abbiamo un ospedale unico completo è colpa anche nostra, oltre che della Regione. Delle resistenze di anni addietro. Ed ora non dobbiamo ripetere l’errore, fatto allora,  di dividerci e guardare solo il nostro orticello.

Alta Velocità, sei d’accordo nel dire che la Regione Toscana ha portato l’alta velocità completa in Umbria e che almeno oggi quest’ultima dovrebbe  qualcosa per la viabilità, come è stato già scritto sul nostro giornale?

Io non sono la Regione. Noi Comuni del Trasimeno e noi Pd del Trasimeno abbiamo sostenuto insieme al sindaco di Chiusi e alle istituzioni toscane questa richiesta. Da sempre. E siamo da sempre perché Umbria e Toscana rafforzino la loro unità di azione. Sulla viabilità sosteniamo le Associazioni dei comuni e delle Province che chiedono un intervento straordinario, mettendo insieme tutte le risorse. Per le tante emergenze e per nuove priorità come questa del collegamento all’Alta Velocità. Ma chiediamo soprattutto un piano straordinario nazionale, imprescindibile, che sarebbe anche un buon volano per la stessa ripresa economica a cominciare dallo stato della viabilità ordinaria.

Situazione rifiuti, una nota dolente per l’Umbria e per il nostro territorio. Nota dolente che si trascina tra vicende proprietarie, appalti millenari, tariffe in aumento e servizi scadenti.

Qui bisogna che si muova la Regione. Il rischio più grande è l’immobilismo e l’indecisionismo. Questo mentre il settore pubblico deve tornare ad avere un ruolo importante, ovviamente accompagnato da una efficiente ed efficace capacità di gestione. Ci mancano gli impianti. Dobbiamo riaprire le discariche, garantendo il più corretto e controllato funzionamento e nello stesso tempo dobbiamo favorire ed incentivare la raccolta differenziata. Con più promozione, più incentivi e più controlli

La Tsa potrebbe svolgere una funzione di aggregazione del pubblico a cominciare dall’Umbria. Sempre ripeto improntando la sua attività all’efficienza, che si significa di conseguenza, minori costi per i cittadini.

Crisi di Coop Umbria. Cosa avete fatto per evitare l’emarginazione di questo terri torio, che un tempo aveva visto premiata la sua centralità. Cosa dopo la vendita della rete toscana ad Unicoop Firenze?

 Ci siamo incontrati, con la proprietà.  Un po’ isolati. Attendiamo che la proprietà presenti un piano industriale come promesso dove si diano risposte e soprattutto garanzie di futuro per questo territorio. Pare che ci siano delle idee e delle proposte, ma non possiamo che attendere l’ufficialità di una proposta. I contatti con la Toscana sono ancora lenti e difficoltosi, anche se li riteniamo importanti.

Per concludere. PD del Trasimeno. Nuova segreteria. Da dove state ricominciando?

 Ricominciamo dal Partito, dalla sua natura, dal suo insediamento, dalla sua organizzazione. dal suo confronto interno vero. Senza abbiamo visto non si va da nessuna parte. E da una vera campagna di tesseramento. Chiederemo contributi a tutti anche fuori di noi.

Poi Il Lago, il Trasimeno. Con la sua centralità. Territoriale ed economica.  Entro settembre ci dovrebbero essere le deleghe della Regione per il trasferimento delle competenze del personale e delle risorse all’Unione dei Comuni.

Dimenticavo. Elezioni di Passignano. Siamo arrivati. Come vi siete mossi, come vi state muovendo?

Posso risponderti che siamo ancora, in parte, in alto mare. Ma di una cosa sono sicuro e posso garantirti il mio impegno. Decideranno i democratici di Passignano. Deciderà il Pd di Passignano. Non, come in passato,  qualcun’altro.

*l’intervista a Sergio Batino, segretario del PD del Trasimeno è stata curata da Gianni Fanfano