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Barigelli.Il direttore della “Gazzetta dello Sport” che ha scelto Città della Pieve

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Dopo la laurea, in Storia del Risorgimento, Stefano Barigelli non pensava di fare il giornalista, ma lo sceneggiatore.  Si iscrisse, infatti, ad un corso triennale di sceneggiatura condotto da Ugo Pirro, sceneggiatore e scrittore, particolarmente legato ai grandi protagonisti del cinema italiano degli anni settanta ed in particolare al regista Elio Petri ed all’attore Gian Maria Volontè. A quel mondo  rimarrà legato anche dopo che il suo percorso professionale si indirizzerà verso il giornalismo.

Può avervi contribuito anche la scelta della compagna di vita, la moglie, l’attrice Michela Cescon, e vi è rimasto  anche più di recente con la presenza dal 2015, nel Consiglio di amministrazione dell’Auditorium di Roma,

Anche il percorso seguito per approdare a Città della Pieve, in un casale ristrutturato nella campagna che guarda verso il lago, riporta a  quel mondo.Per la persona che lo ha indirizzato verso queste nostre parti, Marina Diberti, agente della moglie, una figura cui Città della Pieve, deve molto. Deve almeno un riconoscimento per quanto ha fatto, a cominciare ovviamente dalla fiction “ Carabinieri ”, che  ha dato inizio ad una stagione nuova del turismo a Città della Pieve, per la  sua diffusione  fuori da un ristretto numero di amanti e fedeli frequentatori o di appassionati di storia dell’arte.

Si è parlato di questo ma soprattutto di “Gazzetta dello Sport” e di sport, nell’incontro fatto nel cortile di Palazzo della Corgna. Un incontro  promosso dal Comune, all’interno dell’Estate 2020. Nel pomeriggio di questo Ferragosto, per la prima volta dopo circa mezzo secolo, privo del “Lancio della Sfida” in Piazza Plebiscito, dove i terzieri sconfitti nell’ultima edizione del Palio, sfidavano il vincitore, fra proclami identitari, cori e sfottò.

Prima di arrivare al giornalismo sportivo ed in particolare alla Gazzetta dello Sport, che guida dal 22 giugno di quest’anno, Barigelli ha iniziato a lavorare al  “Paese Sera”, quotidiano di Roma, che però  entrò in crisi ed interruppe le pubblicazioni. E’ con il Messaggero, nel 1989, sotto la direzione di Giulio Anselmi, il giornale più diffuso di Roma. che Barigelli ha la sua vera svolta dal punto di vista professionale, Al Messaggero rimarrà fino al 2000. Poi Barigelli ha il suo primo contatto con RCS, la società che lo chiama a dirigere la pagina sportiva del Corriere della Sera, prima di passare una prima volta alla Gazzetta dello Sport.

La prima esperienza in RCS dura fino al 2007 quando c’è un ritorno al Messaggero sempre nelle vesti di responsabile delle pagine sportive, insieme anche alla direzione delle le operazioni del cambio di formato e di grafica che saranno varate nel novembre dello stesso anno. Il giornale romano  gli affida anche la cronaca, le tre edizioni regionali più le cinque provinciali del Lazio. Nel 2013, Barigelli passa al Corriere dello Sport – Stadio, nel ruolo di condirettore.

Nel 2018 torna in RCS come condirettore della” Gazzetta” dove appunto nel mese di giugno, di quest’anno ne diventa direttore.

La Gazzetta dello Sport è stata l’altra protagonista dell’incontro. Non poteva essere diversamente.

Stiamo parlando di uno dei maggiori giornali nazionali, un giornale che è il più longevo tra i protagonisti della carta stampata in Europa, nel suo campo. Un giornale uscito per la prima volta il 3 aprile del 1896. Un venerdì per l’appunto a smentita dal famoso proverbio. Un giornale che, nel suo secolo ed un quarto di vita, ha battuto più volte i record di tiratura fino a quello del 10 luglio del 2006, con la vittoria dei mondiali di calcio da parte degli azzurri e con una tiratura di 2,3 milioni di copie.

Fino all’ultimo record dei gironi scorsi quando,in occasione dell’annuncio di Pirlo come nuovo allenatore della Juve, ci ha riocordato Barigelli, la somma delle copie cartacee e delle visualizzazioni in rete, ha stabilito nuovi record.

La Gazzetta nasce come spesso accade per fusione, fra giornali che prevalentemente si interessavano, allora, di ciclismo. sport che da poco aveva affermato i suo primato rispetto a quello precedente che era appannaggio, invece,  delle corse dei cavalli.

Abbiamo detto “Un secolo e un quarto di secolo di vita” ma è singolare la modernità del progetto e dei promotori di questo giornale. Lo si desume del  trafiletto che compare in testata  quel giorno. “Per trattare quindi lo sport bisogna sentirsi in grado di correre coi tempi, prevedere, arrivare. I giornali sportivi non devono soltanto fornire le notizie, commentare il progresso, registrare il successo, no, essi devono predire, correre l’alea stessa di tutte le cose di questo fine di secolo, devono arrivare. Arriveremo? Modestamente osiamo sperarlo, ad ogni modo non sarà certo da parte nostra che finiranno volontà e tenacia di propositi.”

Poi sarà un seguito di date in qualche modo storiche.

Il nuovo colore delle pagine, quello che si affermerà come un insuperabile marchio di fabbrica, , il rosa, dopo il verde iniziale, fa il suo esordio il 2 gennaiio 1899

La prima manifestazione sportiva organizzata il Giro di Lombardia, nella sua prima edizione si tiene il 12 novembre 1905.

Nel 1907 il giornale organizza una nuova  corsa ciclistica, questa volta in apertura di stagione, la Milano-Sanremo. Che diventerà nel calendario della grandi corse ciclistiche , la gara di apertura.

 Il primo Giro d’Italia prende il via il 13 maggio 1909  da viale Monza, nel centro di Milano.

15 maggio 1919 la Gazzetta  diventa definitivamente un quotidiano

Sarà un continuo crescendo fino al fascismo, quando subirà la concorrenza del “Littoriale” ex “Corriere dello Sport”, che si giovava dell’appoggio del capo dello sport sotto il fascismo, almeno nella prima fase, il bolognese Leandro Arpinati, un personaggio singolare e tragico, che abbiamo incontrato anche nella storia di Aldo Cestola, una delle figure più importanti del calcio pievese

Dopo la la fine della guerra  la Gazzetta inizia l’ultima parte della sua storia. Dal 1950 alla sua direzione si succedono nell’ordine, Giuseppe Ambrosini, Gualtiero Zanetti, dal 1976 Gino Palumbo, che compie anche una rivoluzione grafica. Nasce infatti la prima pagina con funzione di “vetrina”, novità assoluta per il giornalismo sportivo italiano

Quando Gino Palumbo decide di lasciare sceglie come suo successore Candido Cannavò Che reggerà il timone della rosea fino a  Pietro Calabrese (12 marzo 2002 – 30 novembre 2004), Seguiranno poi  Antonio Di Rosa (1º dicembre 2004 – 6 febbraio 2006) Carlo Verdelli (7 febbraio 2006 – 22 febbraio 2010), Andrea Monti (23 febbraio 2010 – 21 giugno 2020), Stefano Barigelli (22 giugno 2020 – in corso)

Anche la proprietà del giornale  ovviamente ha meritato attenzione.

“Nel  1976 la Gazzetta dello sport e’ in mano al gruppo Rizzoli  (oggi RCS MediaGroup) acquistata dalla Fiat.

Nel 1984 La RCS viene acquisita da una cordata di cui fanno parte nomi importanti dell’industria e della finanza. Il primo azionista è Gemina (holding posseduta dalla famiglia Agnelli), con il 46,28%; «Iniziativa ME.TA.» (società controllata da Montedison), è il secondo azionista con il 23,24%. Nel 1986 avviene una riorganizzazione per comparti: la Gazzetta viene inserita nella «RCS Quotidiani», che è tuttora la società editrice del quotidiano.

Nel 2016 la RCS viene acquistata dalla “Cairo Comunication”, di Umberto Cairo, un imprenditore uscito dal vivaio “Mediaset”, proprietario anche del Torino Calcio e della rete televisiva “La Sette”

All’incontro erano presenti oltre al sindaco Fausto Risini, l’assessore Luca Marchegiani, il Presidente della Pievese, Edoardo Rampi, accompagnato dal team manager Alvaro Bittarello. Tra i presenti, salutato anche dal direttore Barigelli, c’era Manuel Volpi, giovane arbitro che ha già diretto alcune partite in serie A, stabilendo, almeno per quanto riguarda la storia sportiva pievese un record mai raggiunto.

Risini ha ricordato il lavoro svolto dal Comune in questo primo anno di attività, rivolto in particolare a supportare le diverse associazioni sportive ed a favorire un percorso di collaborazione. Rampi invece ha sottolineato i gravi problemi che debbono affrontare le società dilettantistiche, da sempre, ma in particolare in questo periodo di covid.

Nei suoi interventi il direttore della “Rosea” si è detto fiducioso della ripresa dello sport in tutte le sue articolazioni, anche perchè ritiene non lontana la possibilità di poter avere il vaccino a disposizione. ha esortato quei giovani che volessero intraprendere la strada del giornalismo a formarsi in una delle buone  scuole di giornalismo presenti in Italia con un adeguato master e seguire in particolare l’evoluzione della comunicazione che sempre più si sta spostando dal cartaceo al digitale. Barigelli ha anche parlato del prossimo anno sportivo, e sollecitato su cosa e chi si sarebbe potuto scommettere, ha indicato il nuoto. Un settore che secondo le sue valutazioni è destinato a darci grandi soddisfazioni.

Ma è stato nello scambio dei saluti con il sindaco, a fine riunione, che Barigelli, ha fatto più felice il primo cittadino e noi tutti. Alla fine del  suo impegno professionale il direttore della “rosea” ha tutta l’intenzione di trasferirsi in modo permanente, qui, nella città del mattone. Nel suo casale ristrutturato.  Un ospite di valore in più per Città della Pieve, quindi, che Risini ha subito, giustamente,  messo nella lista dei trofei , accanto al Cardinale Bassetti,  di cui ci ha ricordato un identico proposito.

Gianni Fanfano