Home Argomenti Politica Barberini “Non si può essere “renziani” a Roma e conservatori in Umbria”

Barberini “Non si può essere “renziani” a Roma e conservatori in Umbria”

Condividi

Questa la sintesi della conferenza stampa tenuta dall’ex assessore Barberini dopo le dimissioni causate dalle nomine dei direttori da parte della presidente Marini e da lui non condivise. (N.d.R)

“Le dimissioni sono state una scelta sofferta, sui cui non intendo tornare indietro se non cambia il quadro d’insieme. In Umbria abbiamo la necessità di recuperare un’azione politica basata sul rispetto dei valori, delle idee e delle persone che hanno dato un contributo importante alla realizzazione di un progetto per lo sviluppo futuro della comunità regionale. La sanità è un settore strategico, che incide direttamente sulla vita delle persone, ma serve un modello nuovo per dare risposte vere ai bisogni dei cittadini. Ho chiesto capacità di interpretare il cambiamento, sono invece stati utilizzati metodi arroganti e fatte scelte senza coinvolgere pienamente l’assessore al ramo.

C’era tempo fino al 29 febbraio, non c’era fretta di chiudere, c’era la possibilità di ragionare e continuare a riflettere, si è invece preferito consumare uno sgarbo personale e politico, soprattutto verso i tanti cittadini umbri che mi hanno votato e sostenuto e che ho incontro in questi mesi, fra cui tanti professionisti del sociale e della sanità anche distanti politicamente, che hanno chiesto un modo diverso di fare politica, che metta davvero al centro i bisogni della gente. Ho chiesto e continuerò a chiedere cambiamento e innovazione. Non si può essere “renziani” a Roma e conservatori in Umbria. La politica per me non è un mestiere e sono tranquillo per il futuro. Continuerò, in Consiglio regionale, il mio impegno a servizio dei cittadini umbri, con la passione e la dedizione di sempre. Porterò da subito una proposta di legge per fare in Umbria un’unica azienda sanitaria e ospedaliera, un progetto utile a ottimizzare le risorse, innalzare il livello e la qualità dei servizi sanitari e renderli omogenei in tutto il territorio regionale. Dietro le nubi più nere, c’è sempre il sereno.”