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Atto d’amore…a lieto fine

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Tutto cominciò con uno dei gridolini di Daniela, quando trova qualcosa che stimola la sua perenne ed instancabile ricerca di cose nuove e belle, e che la fa bambina.  Gridolini e ricerca che io temo dall’alto della mia presunzione, che si regge sulla consapevolezza di avere almeno trecento anni di corteccia. e di presenza nella macchia. Dove tutto è successo e tutto può solo riaccadere.

“Che bello!” Aveva esclamato Daniela alzando il suo tablet e venendo verso di me.

“Una cena al Casalino!” E le mie papille gustative erano subito partite per la tangente, andando a riprendersi il ricordo consolidatosi negli anni, delle grandi mangiate di lumache al pizzico, esperienza religiosamente vissuta senza altri diversivi culinari, con il finale leggendario, della scarpetta fatta sul sugo residuo.

” Che bello-  continuò Daniela sedendosi sul bracciolo della mia poltrona- anche quest’anno una cena a base di fiori….”

Ci fu come uno stacco, lo shock, come se improvvisamente fosse saltata la corrente per il solito fulmine che manda in tilt il sistema elettrico italico. E mi sembrò di vedere intorno  insieme a Daniela, un gruppo riemerso dalla memoria,  dei figli dei fiori, con bambini nudi in braccio e poi uno di questi chef televisivi, che tra uno zapping e l’altro,  parlando male l’italiano, che non sai mai se perché straniero o semplicemente coatto, vuole convincerti a qualcosa. E anche le tristi esperienze ( per me ovviamente) di nouvelle cuisine da cui magari hai cercato di stare alla larga ma non ci sei riuscito.

Daniela disse ancora qualcosa e poi ben comprensibile “prenoto?” Fu lì che capii. Era venuto il tempo dell’ennesimo atto d’amore. Come quando Bing mi viene a toccare il viso con la zampetta, mi ronfa e mi chiama, alle tre di mattina per mangiare e uscire. Che fai? Un atto d’amore. Ti alzi, lo carezzi, gli metti nella ciotola croccantini e carne e gli apri la gattaiola. Così aprii la gattaiola anche a Daniela. Si prenotò per due.

Sapevo che erano entrate in azione le mie ataviche ritrosie che so essere di origine contadina, che nascono dal ricordo, mai sopito,  della nonna Aldovina, che andava per le aie a cucinare per le battiture e poi continuava con la stessa qualità, anche se con meno portate,  nei pranzi di casa. Pranzi a base di arrosti e sughi memorabili. 

Ma fu così  che invece  l’atto d’ amore portò ad una bella cenetta, nell’ ala sinistra della Taverna del Barbacane gremita come non avrei mai creduto. La XII edizione della cena ” Il Gusto dei Fiori” organizzata dal Terziere Casalino nell’ambito delle iniziative dell’Infiorata di San Luigi,  non ha deluso esperti e profani come me.

foto cena 1

E così si sono succeduti fiori fritti in pastella al profumo della zafferano, crostata croccante ripiena di zucchine, voulevant al profumo di viola, rotolini di pane con petali di rosa, crema di baccelli con fiocchi di burrata, gnocchi ripieni,con  agerato e calendula, filetto di maiale in crosta e fiori di finocchio. Ha concluso una maestosa torta regina di fiori.Tre  segnalazioni su tutte: la crostata croccante, la crema di baccelli e il filetto di maiale in crosta.

foto cena 3

 Ma occhio, care lumache, la prossima è per voi!

Gianni Fanfano

ARCHIVIO DEL CORRIERE PIEVESE
23 GIUGNO 2016